Perché tanto successo? Medde (psicoterapeuta): «È sempre più diffusa la ricerca di esperienze amplificate ed il Mukbang è una di queste: mangiare voracemente emettendo rumori forti e fastidiosi»
«Una sorta di bulimia digitale». È così che Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del gruppo di lavoro psicologia e alimentazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, definisce il Mukbang, una delle ultima mode esplose sui social.
«Una tendenza – aggiunge l’esperta – che vede persone di ogni genere ed età piazzarsi di fronte ad una telecamera, mangiare quantità spropositate di cibo e caricare il video della “performance” appena terminata su Youtube». Il fenomeno è nato in Corea del Sud nel 2009, ma soltanto di recente si è diffuso nel resto del mondo, Italia compresa.
Ma se in estremo Oriente ci si ingozza per guadagnare, in Occidente lo si fa per il solo gusto di mettersi in mostra. «Il cibo diventa uno strumento per apparire, per essere sempre più social», commenta Medde. Anche se per essere protagonisti di un vero Mukbang non è sufficiente semplicemente abbuffarsi: «Bisogna mangiare voracemente – dice la psicoterapeuta – emettendo rumori forti e fastidiosi».
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E sarebbe proprio questa amplificazione sensoriale ad attirare la maggior parte dei followers: «Oggi assistiamo ad un fenomeno molto particolare – dice Medde -: la necessità di vivere esperienze amplificate, quella che lo psicologo Spencer ha definito la sense exploration. E il Mukbang rappresenta appieno il suo significato: da un lato ci si abbuffa, estremizzando ogni rumore, dall’altro ci si sente appagati nel vedere altre persone che provano una forte emozione mangiando».
E se il fenomeno dovesse prendere ulteriormente piede, la salute di interpreti e fruitori potrebbe essere in pericolo? «I rischi sono soprattutto di tipo imitativo – risponde la psicologa -. Questi video sono a disposizione di bambini ed adolescenti, giovani che hanno già un rapporto problematico con il cibo e che, quindi, tramite il meccanismo dell’identificazione, potrebbero scoprire ed emulare condotte alimentari tutt’altro che equilibrate».
Ma la dottoressa Medde esclude che i protagonisti di questi video possano avere un disturbo del comportamento alimentare, poiché «la caratteristica che accomuna chi soffre di anoressia o bulimia è la tendenza a nascondere il problema agli altri ed anche a se stessi. Allo stesso tempo – assicura – è da scartare pure l’ipotesi che possano diventare degli assidui spettatori. Chi è affetto da disturbi del comportamento alimentare guardando delle persone che mangiano, e che soprattutto lo fanno in questo modo estremo, – conclude la psicologa – proverebbe disgusto e non interesse».