Sono circa 230 milioni, tra donne e ragazze, le vittime di mutilazioni genitali femminili (MGF). Si tratta di una pratica dannosa, associata ad un aumento del rischio di complicanze di salute a breve e lungo termine. “Comprendere le complicazioni di salute è importante per garantire un’assistenza di alta qualità alle donne e alle ragazze già colpite e per sostenere la prevenzione di questa pratica”. A dirlo sono gli autori di uno studio a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal programma delle Nazioni Unite sulla salute sessuale e riproduttiva pubblicato su Bmc Public Health. I ricercatori hanno condotto questa analisi con l’obiettivo di “condurre una revisione sistematica e una meta-analisi di tutte le prove esistenti sull’associazione tra MGF e una serie di complicanze di salute”, pubblicate tra febbraio 2009 e dicembre 2022. I ricercatori hanno identificato studi che hanno messo a confronto donne con vari tipi di MGF e quelle senza, valutando sei complicanze di salute: ostetriche, neonatali, ginecologiche, urologiche, sessuali e mentali.
In tutto sono stati analizzati i dati di 78 studi, la maggior parte condotti in paesi ad alta prevalenza di MGF. “Tra le donne e le ragazze che vivono con MGF rispetto a quelle senza – scrivono gli autori – abbiamo riscontrato un aumento del rischio di complicanze ostetriche, tra cui travaglio prolungato/ostruito, lacerazioni ostetriche, parto cesareo, emorragia postpartum, episiotomia, sofferenza fetale, degenza ospedaliera materna prolungata, asfissia neonatale e natimortali/morte neonatale”. Ancora “complicanze ginecologiche, tra cui danni ai tessuti genitali, infezioni del tratto genito-urinario e difficoltà mestruali. Complicanze urologiche, tra cui infezioni del tratto urinario e difficoltà a urinare. Complicazioni sessuali tra cui dispareunia e disfunzione sessuale e complicazioni di salute mentale tra cui depressione o ansia e disturbo somatoforme”.
“Questo studio dipinge un quadro devastante delle molteplici implicazioni sanitarie delle mutilazioni genitali femminili – afferma Pascale Allotey, direttrice del dipartimento dedicato alla Salute sessuale e riproduttiva dell’Oms -. C’è bisogno di garantire un’assistenza sanitaria tempestiva e di alta qualità per i sopravvissuti, di coinvolgere le comunità nelle iniziative di prevenzione e garantire che le famiglie siano consapevoli degli effetti dannosi delle mutilazioni genitali, insieme a un serio impegno politico per fermare la pratica ed educare e responsabilizzare donne e ragazze”.
Sulla base dei risultati ottenuti i ricercatori sostengono che la loro analisi confermi gli esiti delle “ricerche precedenti che hanno trovato un’associazione tra le MGF e una serie di complicazioni di salute nel corso della vita. Ciò richiede il rafforzamento dei sistemi sanitari per fornire un’assistenza di alta qualità alle donne e alle ragazze a rischio o colpite da MGF e la garanzia che i servizi di prevenzione e cura delle MGF siano inclusi nei pacchetti di servizi sanitari essenziali”, concludono gli autori dello studio.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato