Anche se siamo ancora in inverno, è possibile che qualcuno abbia già iniziato a manifestare i primi sintomi dell’allergia ai pollini. A spiegarci il perché e cosa possiamo fare è Gianenrico Senna, pastpresident della Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e professore di Malattie Respiratorie all’Università di Verona
Con questo clima pazzo anche le piante sembrano essere impazzite e quelle «primaverili» hanno iniziato a fiorire anche se siamo ancora in inverno. Una bruttissima notizia per quei 10 milioni di italiani che soffrono di allergia ai pollini. «E’ possibile che qualcuno abbia già iniziato a manifestare i primi sintomi allergici», conferma a Sanità Informazione Gianenrico Senna, pastpresident della Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e professore di Malattie Respiratorie all’Università di Verona. Occhi rossi, rinite e tosse grassa e secca, in questo periodo, possono essere confuse con influenza o Covid, ma in realtà potrebbero dipendere da un inizio molto anticipato delle allergie primaverili.
«Attualmente c’è già l’impollinazione di alcune specie allergeniche, ad esempio il cipresso e la betulla», dice Senna. «In verità, queste piante hanno già iniziato a fiorire nel mese di gennaio con la complicità di temperature sopra la media», aggiunge. Ma per gli allergici le brutte notizie non finiscono qui. «Il caldo anomalo – continua Senna – può far sì che le stagioni dei pollini, non solo durino di più, ma siano anche più intense. E’ quindi molto probabile che anche quest’anno i sintomi allergici siano più fastidiosi e difficili da controllare se non si inizia tempestivamente la terapia farmacologica».
Potrebbe anche farsi sentire l’«effetto pandemia». «Il fatto che per lungo tempo sono state utilizzate le mascherine sia al chiuso che all’aperto, gli allergici hanno beneficiato di una buona protezione contro i pollini e quindi anche contro i sintomi allergici», spiega Senna. «Ora però che le mascherine non si usano più all’aperto, ci sarà probabilmente una maggiore esposizione al polline e, quindi, una maggiore percezione dei sintomi stessi», aggiunge.
La buona notizia è che abbiamo a disposizione terapie mediche efficaci nel controllo dei sintomi. «E’ consigliabile cominciare la terapia all’inizio della stagione dell’impollinazione – raccomanda Senna – perchè è più efficace quando la sintomatologia non è ancora già esplosa. I trattamenti si basano sulla somministrazione di antistaminaci in modo continuativo, che sono sicuri tanto che si usano anche in gravidanza. Nei casi in cui c’è un’ostruzione nasale l’aggiunta di steroidi per via inalatoria può essere di grande aiuto, è sicura e senza effetti collaterali importanti».
«Dal punto di vista preventivo ci sono immunoterapie molto specifiche che vanno somministrate prima dell’inizio della stagione», dice Senna. «Sono molto efficaci contro i sintomi ed evitano che la rinite si complichi in asma bronchiale. E’ un trattamento – continua – che si somministra per via sublinguale senza effetti colletarali, se non disturbi locali lievi come prurito del cavo orale. La soluzione migliore è la combinazione di immunoterapia fatta prima e della terapia farmacologia quando inizia l’impollinazione».
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