Salute 23 Dicembre 2022 14:12

Natale: c’è chi parte e chi resta. I consigli dell’esperta per non rovinarsi le vacanze

Andronico (psicologa del viaggio e del turismo): «Le aspettative troppo rigorose sono i peggiori nemici della festività natalizie, che le si trascorra in casa o fuori. Per un viaggio in famiglia scegliere un posto che soddisfi innanzitutto le esigenze dei propri figli: solo nei luoghi in cui bambini e ragazzi si sentiranno in vacanza, allora anche la mamma ed il papà potranno sperimentare la medesima sensazione»

Natale: c’è chi parte e chi resta. I consigli dell’esperta per non rovinarsi le vacanze

Partire o restare? È spesso questo il dilemma da affrontare all’avvicinarsi delle festività natalizie. E chi decidesse di partire, dovrà optare per una vacanza all’insegna del relax o per un viaggio alla ricerca dell’avventura?  E, ancora, chi resta a casa di quale persone dovrà circondarsi per non rovinarsi le feste?

«Prima di rispondere a queste domande è meglio che ognuno trovi un po’ di tempo per un preliminare viaggio introspettivo, così da comprendere le proprie reali esigenze e bilanciarle con le aspettative», consiglia Francesca Andronico, psicologa del viaggio e del turismo, autrice del libro “Esperienze di viaggio”.

Le aspettative: guastafeste numero uno

Le aspettative sono i guastafeste numero uno, soprattutto durante il periodo natalizio. «Il Natale è tradizionalmente e culturalmente la festa della famiglia – spiega Andronico -. Un momento impregnato di azioni rituali che, ci piacciano o no, tendiamo a rispettare. Non solo seguiamo alla lettera le tradizioni che si sono consolidate nel tempo all’interno della nostra famiglia, ma pretendiamo anche che siano replicate alla perfezione anno dopo anno. In altre parole, le carichiamo di aspettative. E sono proprio le aspettative troppo rigorose i peggiori nemici della serenità: quando si tende alla perfezione è sufficiente anche una sola nota stonata a scatenare un malcontento totale. Considerando che la maggior parte delle persone trascorre quasi ognuno dei 365 giorni che compongono un anno a rispondere alle aspettative di un capo, di un collega o di un cliente, nei momenti di intimità familiare sarebbe meglio concentrarsi sugli aspetti relazionali, comunicativi e affettivi. Badando meno alla forma e più alla sostanza. E questo vale sia che il Natale lo si trascorra in casa, che in vacanza. Le aspettative possono rovinare le feste ovunque e comunque», assicura la psicologa del viaggio e del turismo.

Viaggiatore o turista?

Che la vacanza ideale debba rispondere ai bisogni dell’individuo, se si viaggia da soli, a quelli della famiglia, se si parte con l’intero nucleo familiare, è di facile intuizione. Ma come si fa a riconoscere quali siano queste reali esigenze e, soprattutto, come conciliare le proprie con quelle degli altri compagni di viaggio?

«I bisogni sono sempre correlati al momento della vita in cui si decide di intraprendere un viaggio – spiega Andronico -. Se una persona vive una fase dell’esistenza in cui è alla ricerca continua di novità, in cui è propenso all’avventura, al rischio, allora è bene che opti per un viaggio esplorativo. Al contrario, se già nella vita tutti i giorni rincorre attimi di riposo, allora sarà consigliabile che si goda una vacanza di estremo relax. Nel primo caso ci troveremo di fronte ad un viaggiatore, una persona solitamente dotata di spiccate abilità sociali, di un’ottima intelligenza emotiva, spinto dalla voglia di ricercare sempre nuove esperienze in grado di stimolare l’adrenalina. Il viaggiatore si fonde con la gente del posto, calandosi completamente nella realtà del luogo che visita. Nel secondo, di un  turista, ovvero colui che sceglie le soluzioni più comode e confortevoli, quelle che gli permettano di godere del posto in cui soggiorna senza doversi mescolare alla popolazione del luogo, rimanendo in una posizione esterna e distaccata al contesto locale».

Il Capodanno

Laddove a partire sia un intero nucleo familiare, affinché i genitori possano davvero godere delle ferie, è meglio che si scelga un posto che soddisfi innanzitutto le esigenze dei propri figli. «Perché – spiega la psicologa del viaggio e del turismo – solo nei luoghi in cui bambini e ragazzi si sentiranno in vacanza, allora anche la mamma ed il papà potranno sperimentare la medesima sensazione».
E se il viaggio fosse posticipato a Capodanno, dopo aver trascorso il Natale in casa con i propri familiari? «In questo caso, la partenza sarebbe già di per sé depotenziata di aspettative. L’ultimo e il primo giorno dell’anno non sono carichi di usanze e ritualità come il Natale. L’unica aspettativa che spesso sia ha è quella di divertirsi. Ma attenzione – conclude Andronico -, perché anche il divertimento può nascondere il suo tranello: chi pretenderà di divertirsi ad ogni costo potrebbe rovinarsi la festa ancor prima che cominci».

 

 

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