Salute 15 Dicembre 2020 10:49

Nella lotta contro il Covid-19 ci sono anche le cellule staminali. Il punto sulle sperimentazioni

Gomes (Crioestaminal): «A inizio 2021 via a sperimentazione clinica di un farmaco sperimentale a base di cellule staminali mesenchimali». Negli Usa tassi di successo sorprendenti

di Valentina Arcovio
Nella lotta contro il Covid-19 ci sono anche le cellule staminali. Il punto sulle sperimentazioni

Non solo vaccini, anticorpi monoclonali e trasfusioni di plasma convalescente. La lotta al Covid-19 passa anche per la strada delle cellule staminali. Più precisamente quella delle infusioni di cellule staminali mesenchimali, “cellule bambine” in grado di specializzarsi in diversi tipi di tessuto. Queste cellule si possono prelevare ed estrarre dal cordone ombelicale, far proliferare in laboratorio ottenendo materiale sufficiente a trattare, stando alle ultime stime, più di 10mila pazienti. Per questo, sono in corso in tutto il mondo varie sperimentazioni cliniche e i primi risultati si sono rivelati molto promettenti. Anche il nostro Paese non è da meno, tanto che sta per iniziare una grande sperimentazione che coinvolge 4 centri di ricerca coordinati dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Le proprietà delle cellule staminali

Il trattamento a base di cellule staminali è destinato ai pazienti che sviluppano forme medio gravi dell’infezione. «Alcuni pazienti Covid-19 presentano una grave forma di polmonite e sviluppano rapidamente la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che richiede il ricovero nell’unità di terapia intensiva», spiega a Sanità Informazione André Gomes, direttore generale di Crioestaminal, la prima banca di conservazione di cellule staminali del cordone ombelicale nella penisola iberica.

«Le cellule staminali mesenchimali possiedono proprietà specifiche che le rendono candidate promettenti per l’uso terapeutico. Non sono immunogeniche, ma possono avere effetti immunomodulatori e antinfiammatori. E allo stesso tempo possono rilevare e raggiungere – continua – quei microambienti danneggiati allo scopo di innescare il processo di rigenerazione».

In pratica, la loro azione è quella di modulare la risposta immunitaria, “spegnendo” l’infiammazione e innescando la riparazione dei tessuti danneggiati. «Le cellule staminali mesenchimali possono essere attratte dal sito della lesione – specifica Gomes – e contribuire alla riparazione degli organi e favorire la funzione delle cellule progenitrici endogene nel polmone. È noto, infatti, che dopo l’infusione endovenosa, le cellule staminali mesenchimali si accumulano nel polmone e questo potrebbe migliorare il microambiente polmonare, proteggere le cellule epiteliali alveolari, prevenire la fibrosi polmonare e migliorare la funzione polmonare».

Le sperimentazioni in corso

È già dallo scorso marzo che Gomes sta lavorando alla produzione di un farmaco sperimentale a base di cellule staminali mesenchimali su larga scala. «Abbiamo terminato la fase di sviluppo e ora stiamo producendo la prima dose che utilizzeremo in una sperimentazione clinica che coinvolge diversi ospedali in Portogallo – dice Gomes -. Prevediamo di cominciare all’inizio del 2021», aggiunge.

Studi sono stati condotti in Cina, negli Stati Uniti, in Israele e in altri Paesi europei. E molti altri sono ancora in corso. I risultati preliminari indicano che l’approccio con le staminali possa rappresentare un vero e proprio “salva-vita” per i pazienti con forme gravi di Covid-19. Hanno infatti confermato che queste “cellule bambine” abbiano sia un’azione antinfiammatoria che immunomodulatoria combattendo quella “tempesta di citochine” che l’infezione da Sars-CoV-2 può scatenare, oltre che promuovere la riparazione e la rigenerazione dei tessuti.

Negli Stati Uniti sono stati raggiunti tassi di successo sorprendenti, come di recente ha confermato Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute e Cell Transplant Center dell’Università di Miami. Secondo quanto riferito dallo scienziato italiano, team leader dello studio americano, le cellule  staminali mesenchimali cordonali avrebbero salvato la vita dei pazienti coinvolti al 100% dei casi sotto gli 85 anni d’età e oltre il 90% dei casi considerando tutte le fasce d’età. Insomma, la strada delle cellule staminali potrebbe rivelarsi determinante nella lotta all’emergenza Covid-19.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Sclerosi multipla, la terapia con cellule staminali può rallentare la progressione della malattia recidivante
Un gruppo di ricercatori svedesi ha valutata la sicurezza e l’efficacia della terapia con cellule staminali quando utilizzata come trattamento di routine piuttosto che in condizioni di sperimentazione clinica. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Con cellule staminali e vettori virali a RNA e DNA anche il cuore si potrà riparare
La ricerca cardiovascolare guarda alla medicina rigenerativa per vincere la sfida contro le malattie cardiache, oggi prima causa di morte nel mondo occidentale. Silvia Priori (SIMCRI): «L’obiettivo è creare le condizioni per rigenerare il tessuto cardiaco e ristabilire le normali funzioni del cuore»
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...