L’annuncio è stato dato nel Norwegian Nobel Institute di Oslo. Il medico congolese da vent’anni è impegnato nel recupero delle donne vittime di violenze in scenari di guerra
Il Premio Nobel per la Pace 2018 è stato assegnato a Denis Mukwege e Nadia Murad per il loro impegno contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra. L’annuncio è stato dato nel Norwegian Nobel Institute di Oslo.
Mukwege è da vent’anni impegnato nel recupero delle donne vittime di stupri, mentre Nadia Murad è la venticinquenne irachena yazida rapita nel 2014 da militanti dell’Isis e tenuta come schiava sessuale per tre mesi prima di riuscire a fuggire.
I due sono stati premiati «per i loro sforzi per mettere fino all’uso della violenza sessuale come arma in guerre e conflitti armati».
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Il medico Denis Mukwege ha trascorso gran parte della sua vita aiutando le vittime di violenza sessuale nella Repubblica Democratica del Congo. All’ospedale Panzi, fondato a Bukavu nel 2008, il Dr. Mukwege e il suo staff hanno curato migliaia di pazienti che sono caduti vittima degli assalti. La maggior parte degli abusi è stata commessa nel contesto di una lunga guerra civile che è costata la vita a più di sei milioni di congolesi. «Denis Mukwege – si legge nella motivazione – è il simbolo più importante e unificante, sia a livello nazionale che internazionale, della lotta per porre fine alla violenza sessuale in guerra e nei conflitti armati. Il suo principio di base è ‘la giustizia è affare di tutti’».
Nadia Murad è vittima di crimini di guerra. Nella motivazione si legge: «Ha rifiutato di accettare i codici sociali che impongono alle donne di rimanere in silenzio e vergognarsi degli abusi a cui sono state sottoposte. Ha mostrato un coraggio non comune nel raccontare le sue stesse sofferenze e nel parlare per conto di altre vittime. Fa parte della minoranza yazida del nord dell’Iraq, dove ha vissuto con la sua famiglia nel remoto villaggio di Kocho. Nell’agosto 2014 lo Stato islamico (Isis) ha compiuto un attacco brutale e sistematico ai villaggi del distretto di Sinjar, finalizzato a sterminare la popolazione yazida. Nel villaggio di Nadia Murad sono state massacrate diverse centinaia di persone. Le donne più giovani, compresi bambini minorenni, sono state rapite e detenute come schiave del sesso. Prigioniera dell’Isis, Nadia Murad fu ripetutamente oggetto di stupro e altri abusi».