Moderna ha iniziato su 56 adulti volontari la sperimentazione clinica di un vaccino a mRna contro l’Hiv, che utilizza la stessa tecnologia del vaccino contro Covid. Tempi più lunghi per i primi risultati, ma si tratterebbe di una scoperta epocale
È iniziata la sperimentazione clinica del vaccino a mRna contro l’Hiv di Moderna. La casa farmaceutica statunitense nota per il vaccino contro Covid-19, ha deciso di utilizzare la tecnologia che ha prodotto con successo l’arma contro Sars-CoV-2 per una nuova intuizione di cui si parla da tempo.
La sperimentazione coinvolge 56 adulti sani (18-50 anni) e negativi all’Hiv e testerà la loro risposta immunitaria al farmaco. Il vaccino è momentaneamente noto come mRna1644 ed è stato realizzato con l’aiuto prezioso dell’International Aids Vaccine Initiative (IAVI). Moderna ha inoltre preparato due versioni (1644 e 1644v2-Core), entrambe di successo nella sperimentazione sugli animali, per verificare l’efficacia sull’uomo. I volontari vengono divisi in 4 gruppi diversi: uno riceve la versione 1, uno la versione 2 e gli altri due mix leggermente diversi delle due versioni.
L’obiettivo è quello di generare anticorpi neutralizzanti contro l’Hiv (i bnAbs) stimolando i linfociti B. Gli anticorpi attaccano poi la glicoproteina gp120, che è il lasciapassare che il virus utilizza per infettare le cellule umane e riprodursi. Questa proteina è da sempre uno dei motivi per i quali un vaccino contro Hiv non è stato tentato. Si tratta di un elemento instabile che pretende una tecnologia estremamente precisa per essere stabilizzata e contrastata.
Dal 1981 ad oggi sono stati calcolati 37 milioni di vittime dell’Aids, con circa 2 milioni di contagi l’anno. Un ritmo rallentato dalle campagne di prevenzione e un’aspettativa di sopravvivenza di molto migliorata con l’avvento di farmaci antiretrovirali utili a convivere con l’infezione senza sviluppare la malattia Aids.
Dieci anni fa il farmaco per l’Hiv era stato definito il “Santo Graal” della ricerca, un vaccino supererebbe persino questa definizione. Senza dimenticare quale risparmio nelle spese sanitarie sia statali che personali garantirebbe una sola somministrazione a sostituzione di una vita in cura con farmaci antiretrovirali, numerosi e costosi. Uno studio statunitense stima che in 15 anni la spesa per curare l’Aids e prevenire l’Hiv è stata di 526 miliardi a livello globale.
Moderna punta molto su questo vaccino e spera di avere i primi risultati a inizio 2023. Questa la tempistica per la conclusione della fase 1, a cui seguiranno la fase 2 e la 3. Per la conclusione dello studio e l’approvazione serviranno probabilmente 5 anni. Una delle ragioni è la circolazione molto ridotta del virus Hiv rispetto a quella di Sars-CoV-2 per chi facesse confronti sulle tempistiche dei vaccini. Per una validità scientifica dovranno essere raccolti dati sufficienti di persone infettate da Hiv dopo la sperimentazione e tale risultato necessita di tempo dal momento che le sperimentazioni sugli umani non sottopongono deliberatamente al virus i candidati. Moderna non è l’unica azienda interessata a questo tipo di scoperta, ma dopo il successo del vaccino anti-Covid c’è molto su cui ben sperare.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato