Il Ministro è intenzionato a rivedere le norme di accesso alla Facoltà di Medicina. E anche il vicepremier Salvini appoggia la proposta: «Non è possibile che migliaia di ragazzi italiani debbano scappare all’estero per studiare, specializzarsi e cominciare a lavorare in ospedale»
«Oggi le norme che regolano l’accesso alla facoltà di Medicina possono essere migliorate, c’è il rischio che resti fuori chi magari sarebbe diventato un grande medico». Il Ministro della Salute Giulia Grillo è intenzionata a rivedere il sistema del numero chiuso, accogliendo così le richieste che arrivano da studenti e da parte del mondo medico.
«Rivedremo le modalità di selezione ad esempio prendendo spunto dal modello francese che prevede libero accesso al primo anno e sbarramenti successivi in modo da premiare il merito – spiega la Grillo – Anche in questo modello ci sono dei pro e contro, ma può essere una buona base di partenza per migliorare il sistema attuale».
Un tema che ha innescato un confronto con il titolare del Miur Marco Bussetti che è sembrato più cauto sull’opportunità di togliere il test di accesso a medicina. Anche lui ha comunque sottolineato che il «nostro obiettivo comune è rivedere un metodo che non va a selezionare potenziali medici del futuro per capacità e competenza».
In un lungo post su Facebook la titolare del dicastero di Lungotevere Ripa ha parlato anche del tema della carenza di medici: «In tantissime aree del Paese, per alcune discipline medico specialistiche i concorsi vanno deserti, i candidati non partecipano (come nel caso di Parma con zero partecipanti) e quasi ovunque partecipa un numero esiguo. Sapete perché? Le norme che regolano l’accesso al nostro Servizio sanitario nazionale hanno da decine di anni previsto che un medico debba avere per forza una formazione dopo la laurea e l’esame di Stato, peccato però che si sono fatti male i conti e non hanno formato sufficiente numero di specialisti e medici di medicina generale. Il risultato è che in tutti questi anni, mano a mano che il problema cresceva e la politica lo ignorava, ogni Regione e ogni Asl si è barcamenata inventando soluzioni ‘creative’ quasi mai un normale contratto di lavoro stabile. Per risolvere il problema e per non arrivare al blocco o all’interruzione dei servizi – afferma – dobbiamo agire riformando in maniera strutturale il sistema di formazione e di accesso, ma serve tempo. Per tamponare la situazione, stiamo lavorando a una misura urgente che consenta di partecipare ai pubblici concorsi ai medici che hanno maturato un’adeguata esperienza nell’area dell’emergenza, seppur con contratti precari e senza specializzazione».
A spalleggiare la proposta del Ministro Grillo sul numero chiuso è sceso in campo anche il vicepremier Matteo Salvini: «Bene la proposta del ministro Grillo, via il numero chiuso per gli studenti di Medicina e più spazio (e soldi) per le specializzazioni. Non è possibile che migliaia di ragazzi italiani debbano scappare all’estero per studiare, specializzarsi e cominciare a lavorare in ospedale». E sul numero chiuso una proposta di legge già c’è: è quella del deputato leghista Paolo Tiramani, primo firmatario di un provvedimento che prevede lo stop ai test di ingresso, con particolare riguardo alle professioni mediche e meccanismi selettivi meritocratici durante il primo anno di corso. Si attende ora la calendarizzazione a Montecitorio del provvedimento.
Il fronte dello scetticismo sul numero chiuso comprende anche esponenti del Partito Democratico, come la deputata Enza Bruno Bossio che nella scorsa legislatura ha presentato un progetto di legge per il superamento del test di accesso a Medicina.