Il Presidente della Federazione Veterinari e Medici spiega a Sanità Informazione cosa sta succedendo in Danimarca: «I virus mutano per resistere agli anticorpi. È quel che succede ogni anno con l’influenza stagionale. Il vaccino? Non dovrebbe essere un problema»
Il SARS-CoV-2 ha fatto un nuovo salto di specie con i casi di Covid tra i visoni in Danimarca (le istituzioni danesi hanno deciso di abbatterli tutti, circa 17 milioni)? La nuova variante del virus può essere un pericolo per gli uomini? E una volta arrivati ad un vaccino, questo sarà efficace anche contro questa ed eventuali altri varianti? Lo abbiamo chiesto ad Aldo Grasselli, Presidente della Federazione Veterinari e Medici (FVM).
«Sappiamo ciò che è uscito sugli organi di stampa in questi giorni e di cui hanno preso atto anche dalle istituzioni danesi. In sostanza, in Danimarca esiste un fiorente allevamento di visoni per via di una tradizione molto consolidata. Stiamo parlando di milioni di visoni. Questo tipo di attività comporta una forte concentrazione di animali all’interno degli allevamenti e, conseguentemente, maggiori possibilità per i virus di diffondersi tra gli animali presenti una volta entrati. Il SARS-CoV-2 è dunque entrato ed è riuscito a provocare una infezione alla quale i visoni hanno risposto con una reazione immunitaria. Tra gli animali infetti si è innescata quindi una reazione anticorpale che probabilmente ha esercitato una pressione selettiva sul virus che, per sopravvivere agli anticorpi, ha cominciato a mutare. Questo ha reso possibile la selezione di una popolazione di virus dotata di qualche variante protettiva. Si tratta di un fenomeno che conosciamo già nell’influenza umana: ogni anno ci sono varianti e noi sappiamo già che il virus dell’influenza del prossimo anno probabilmente si presenterà con caratteristiche leggermente diverse».
«Da quello che risulta dai comunicati ufficiali il virus che aveva contagiato i visoni modificandosi ha poi infettato alcune persone che lavorano nell’allevamento. È un aspetto importante che riguarda l’interfaccia uomo-animale che dobbiamo tenere in grande considerazione e non va assolutamente sottovalutato, la letteratura scientifica potrà darci le risposte che cerchiamo solo tra qualche mese. Le istituzioni danesi, giustamente, hanno applicato misure molto rigorose per isolare ed estinguere i focolai e si sono preoccupate della possibilità di una minor efficacia dei vaccini che si stanno predisponendo contro il SARS-CoV-2. Al momento non ci sono conferme ma non possiamo escluderlo a priori, tuttavia è molto probabile che, una volta conosciute le tecniche per produrre i vaccini contro il SARS-CoV-2, si potranno realizzare vaccini anche contro le varianti che dovessero comparire».
«La nostra preoccupazione attuale è quella di assicurarci che gli animali non vengano infettati e vengano messi in condizione di non infettare ulteriormente gli uomini. Dobbiamo avere piena conoscenza della consistenza degli allevamenti, della movimentazione eventuale di animali allevati o importati e mantenere un monitoraggio costante delle loro condizioni di salute anche mediante tamponi e indagini sierologiche sui visoni per sapere se hanno avuto altri contatti con il virus e fare in modo che, se si dovessero infettare, si possa estinguere immediatamente il focolaio affinché il virus non si replichi».
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