Marano (Centro antiveleni Bambino Gesù): «Se un giovane arriva al Pronto soccorso dopo aver preso una di queste nuove sostanze è difficile identificarne immediatamente l’assunzione. I nostri screening riconoscono solo le “vecchie” droghe»
“Creare una nuova droga sfruttando una molecola non ancora catalogata come stupefacente dal ministero della Salute”: è questa l’idea che nel film “Smetto quando voglio” salva i protagonisti dalla crisi economica. Ma non solo. Anche le organizzazioni criminali che spacciano le nuove sostanze si basano sullo stesso criterio per creare droghe cosiddette “non catalogabili”. Un problema non solo per il sistema giudiziario, ma anche per la tutela della salute pubblica.
«Se un giovane arriva al Pronto soccorso dopo aver preso una di queste nuove sostanze psicoattive – spiega Marco Marano, anestesista rianimatore, responsabile del centro Antiveleni del dipartimento di Emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – è difficile identificarne immediatamente l’assunzione. Gli screening classici, quelli che tuttora abbiamo a disposizione, fanno riferimento alle vecchie sostanze e non sono adeguate a quelle attualmente diffuse. Pertanto, non possiamo fare altro che curare il sintomo. Solo successivamente, attraverso laboratori specializzati, sarà possibile procedere ad analisi di secondo livello».
Le droghe sono nuove ma i nomi utilizzati per commercializzarle non lo sono affatto: «Il ragazzo che utilizza la sostanza sintetica lo fa in modo inconsapevole – dice Marano – perché, per fare un esempio tra i più comuni, gli viene proposta come cannabis. Ma della vecchia sostanza conserva solo la denominazione, in quanto si tratta di prodotti sintetici non riferibili in alcun modo ad un’origine vegetale».
Nemmeno gli effetti sono gli stessi delle vecchie droghe: «La cannabis sintetica – sottolinea lo specialista – è 200 volte più potente di quella naturale». Ed altrettanto potenti sono gli effetti nefasti sulla salute: «Può danneggiare il sistema nervoso centrale, indurre a complicanze di tipo cardio-circolatorio, tutti problemi importanti che possono mettere in pericolo la salute di chi ne fa uso. Durante una fase di crescita fondamentale, come quella adolescenziale, non sono da trascurare nemmeno i danni sulla memoria ed il peggioramento delle performance scolastiche o fisiche».
Ed anche in questo caso, prevenire è meglio che curare: «Sarebbe importante fare prevenzione e soprattutto spiegare a tutti i giovani che se oggi fumano una canna è molto probabile che non stiano facendo uso di cannabis ma – conclude l’esperto – di una sostanza sintetica e molto più potente».