Con l’ultima ordinanza del Ministro Speranza Valle d’Aosta in rosso e la Sardegna in arancione. Brusaferro: «Il virus muta in continuazione ma non tutte le varianti devono preoccupare». Rezza: «Aperture graduali e caute. Cogliere i segnali di allarme»
Nell’ultima settimana «si osserva un miglioramento generale del rischio, con nessuna Regione a rischio alto. Undici regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato», mentre sono dieci «le regioni che hanno una classificazione di rischio basso». È quanto riportato nel report del monitoraggio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute con i dati relativi alla settimana 19-25 aprile. «La Basilicata, la Campania e la Sicilia – si può leggere ancora – hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Campania e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2». Sulla base di questi dati e delle indicazioni della Cabina di regia, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 3 maggio. È in area rossa la Valle D’Aosta. Sono in area arancione le regioni Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tutte le altre regioni e province autonome sono in area gialla.
Sebbene la campagna vaccinale «progredisca significativamente, complessivamente, l’incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 su 100mila abitanti) che permetterebbero il contenimento dei nuovi casi». Scende, ma rimane alto, il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/Pa vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è uguale alla soglia critica (30%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva, che passa da 3.151 del 20 aprile a 2.748 del 27 aprile. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, secondo il report scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (32%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 23.255 del 20 aprile a 20.312 del 27 aprile.
«Si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati, ma il quadro complessivo resta ancora ad un livello molto impegnativo». «È fondamentale – si ricorda – che la popolazione continui a rispettare tutte le misure raccomandate di protezione individuale e distanziamento in tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo per ridurre il rischio di contagio». E ancora: «Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine». Si ribadisce inoltre la «necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi».
«Il virus varia, ma non tutte le varianti ci devono preoccupare, anche se vanno tutte individuate. Ci dobbiamo allarmare quando c’è un aumento di trasmissibilità, quando c’è aumento di virulenza e quando la variante può rappresentare un sistema che sfugge alla risposta immunitaria». Lo ha detto il Presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio. Brusaferro ha poi aggiunto: «È molto importante continuare ad abbassare l’incidenza per poter intervenire dove dovessero insorgere varianti nelle comunità».
Il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza è intervenuto durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio sul tema delle riaperture: «Tutto quanto va fatto con cautela. Vediamo come sia difficile ormai fare a meno delle riaperture. E allora, nella speranza che presto qualcosa cambi grazie soprattutto a questa accelerazione nella campagna vaccinale, si fanno riaperture che sono graduali, prudenti, caute e allo stesso tempo si tengono sott’occhio indicatori precoci che, quando scattano, ci devono indurre ad aumentare le cautele che vengono prese».
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