Scaglione (direttore microbiologia): «Sarà un booster realizzato con una tecnologia già collaudata in passato contro morbillo e papilloma virus. Possibile copertura contro tutte le varianti e per un periodo più lungo»
Avete ricevuto la prima o la seconda dose di vaccino anti Covid a RNA messaggero da almeno tre mesi o avete contratto il virus da oltre trenta giorni e non avete patologie pregresse? Potete essere tra i volontari della sperimentazione del nuovo vaccino anti Covid europeo su base proteica che copre tutte le varianti.
Il farmaco, che ancora non ha un nome, ma è identificato dall’agenzia spagnola che lo produce: HIPRA, deve superare la fase III e per farlo deve essere testato su un numero di volontari da reclutare in tutta Europa. Per l’Italia la ricerca internazionale approvata da AIFA e dall’Istituto Spallanzani è affidata all’Ospedale Niguarda. L’IRCCS – scelto per l’ampia adesione alla campagna vaccinale – avrà il compito di reclutare almeno 200 individui dai 16 anni in su. A coordinare lo studio il professor Francesco Scaglione, direttore della struttura di analisi chimiche e microbiologia dell’Ospedale Niguarda.
Professore quali caratteristiche ha il nuovo vaccino proteico giunto alla fase III e dunque molto verosimilmente prossimo alla certificazione?
«Si tratta di un booster su base proteica. In pratica pensato per chi ha già completato il ciclo vaccinale primario, ma differente dai vaccini anti Covid oggi in commercio, infatti gli antigeni, ovvero gli agenti che conferiscono l’immunizzazione, sono delle proteine sintetiche che riproducono il recettore della proteina spike, mentre un adiuvante amplifica e potenzia la risposta immunitaria agli antigeni. Si tratta di una tecnologia ampiamente collaudata, in passato, per la produzione di diversi vaccini come quello contro l’influenza, il morbillo e il papilloma virus. L’esperienza ci dice che durerà sicuramente un anno, ma anche molto di più».
Un ritorno alle origini, in pratica, come mai la scelta di abbandonare l’RNA messaggero?
«Il vaccino RNA messaggero ha mostrato dei limiti legati soprattutto alla durata dell’immunizzazione, invece quello tradizionale, come il vaccino contro il morbillo o l’Hpv una volta inoculate le due dosi, può durare anche 20 anni e cosa più importante copre il ceppo originario e le varianti con ragionevole convinzione che essendo un vaccino proteico, la spike contiene molti epiteti quindi l’immunità sarà ampia».
Chi potrà partecipare allo studio?
«Stiamo reclutando 200 individui a partire dai 16 anni di età che abbiamo già ricevuto una o due dosi da almeno tre mesi del vaccino Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen. Sono esclusi dallo studio coloro che hanno ricevuto il nuovo vaccino Novavax, chi ha già concluso il ciclo vaccinale con le tre dosi e chi non ha ricevuto neppure la prima inoculazione. Sono ammessi alla sperimentazione anche coloro che hanno contratto il Covid 19 da almeno un mese».
Cosa devono fare i possibili volontari?
«Tutti gli interessati devono innanzitutto affrettarsi a scrivere una e-mail a indicando i vaccini eseguiti, la data dell’ultima dose, l’età e un contatto telefonico, meglio se cellulare. I sanitari chiameranno a breve i soggetti ritenuti idonei sulla base delle informazioni ricevute e procederanno con il reclutamento. Ad oggi abbiamo ricevuto centinaia di chiamate, ma purtroppo in molti hanno completato il ciclo vaccinale con le tre dosi e non possono dunque rientrare nella sperimentazione. I volontari riceveranno poi la dose di rinforzo (booster) e saranno monitorati per un certo periodo».
Mi sta dicendo che coloro che parteciperanno avranno un monitoraggio costante dello stato di salute post inoculazione?
«Esattamente, per sei mesi saranno sottoposti a periodici controlli con visite, esami del sangue per valutare la sicurezza del vaccino e la risposta dell’organismo».
Avete già dati di riferimento?
«Certamente, in Spagna il nuovo booster proteico è già ampiamente monitorato in oltre 750 persone e devo dire che non c’è stato neppure un evento avverso».
Quanti mesi ci vorranno ancora perché si concluda lo studio e il vaccino sia disponibile per la popolazione? Se ne parlerà per il 2023 immagino…
«Niente affatto, oggi per i vaccini anti Covid sia Ema che la FDA americana usano la tecnica roll on, ovvero una tecnologia e una metodologia in corso: man mano che si producono i risultati vengono esaminati e valutati, quindi è possibile che l’approvazione avvenga già in autunno».
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