«Come un ‘taxi’ che arriva alla destinazione desiderata, in questo caso gli occhi», così Gianluca Scuderi, Professore di Neuroscienze della Sapienza definisce ‘i nutraceutici’ in occasione del 5° Congresso patrocinato dal SiNut
Secondo le stime dell’Oms oggi ci sono 217 milioni di ipovedenti al mondo ma nell’ 85% dei casi la minorazione visiva potrebbe essere evitabile. Al primo posto tra le cause di cecità, c’è la cataratta, al secondo il glaucoma e al terzo la Degenerazione Maculare Senile. In Italia il consumo di nutraceutici per combattere patologie oculari è sempre più in crescita, «questi componenti oggi trovano un impiego sempre più diffuso come coadiuvanti di diverse malattie della vista», spiega Gianluca Scuderi, Professore associato del Dipartimento di Neuroscienze, Salute Mentale e Organi Di Senso (Nesmos) dell’Università di Roma Sapienza, in occasione del V° Congresso su Nutraceutica e Occhio organizzato oggi a Roma con il patrocinio della Sapienza e della SiNut (Società Italiana Nutraceutica).
Coenzima Q10, vitamina C ed E, ginkgo biloba, betacarotene, omega 3, zinco e rame sono solo alcune delle sostanze che possono contribuire a contrastare queste patologie. «Tutti componenti – prosegue Scuderi – che possono svolgere un ruolo importante sulla prevenzione di patologie che rappresentano purtroppo una delle cause di ipovisione nei paesi in via di sviluppo e anche in quelli industrializzati. Con l’utilizzo di una sana e corretta alimentazione sicuramente possiamo agire sulla crescita , purtroppo esponenziale, di queste patologie».
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«Studi condotti su animali – continua il professore – hanno dimostrato che una dieta ricca in acidi grassi omega-3 produce una riduzione della pressione intraoculare e un aumento del deflusso di umor acqueo, suggerendo che una corretta dieta alimentare potrebbe rappresentare un fattore importante nella prevenzione oftalmica».
Gli alimenti più consigliati «sono oramai quelli che mimano in parte la dieta mediterranea. In Italia abbiamo il più alto numero di centenari di tutta Europa e questo probabilmente lo dobbiamo al tipo di alimentazione che abbiamo appreso dai nostri avi. È pur vero che progressivamente nel tempo – sottolinea il Professor Scuderi -, si sta modificando il nostro tipo di alimentazione, stiamo infatti introducendo cibi ultra raffinati, o al contrario cibo spazzatura, ecco dobbiamo ritornare ad avere un’alimentazione con un maggiore apporto di fibre, di alimenti non raffinati e possiamo chiedere un aiuto proprio ai nutraceutici per colmare quello che la nostra dieta a volte non ci può fornire per per colpa della vita frenetica che conduciamo».
Secondo i dati di QuintilesIMS Italia, con 41 euro di spesa media annua, gli italiani sono al primo posto in Europa, nel consumo di prodotti nutraceutici, seguiti da Austria e Belgio (33 euro di spesa media annua pro-capite) in una classifica che vede la Francia fanalino di coda (12 euro). «L’importanza dei nutraceutici è quella di aiutare a fornire una sostanza proprio dove serve, come una specie di ‘taxi’ che arriva alla destinazione desiderata».