Dal corso di formazione di Nutrizione Medica – Unione Italiana Food emerge che il 75% dei pazienti neoplastici è malnutrito al momento della diagnosi
In Italia, almeno il 15% dei pazienti è a rischio malnutrizione. In ospedale e nelle RSA, un paziente su tre risulta malnutrito o a rischio di malnutrizione. E non è finita qui. Un paziente oncologico su cinque muore per motivi legati alle carenze dell’alimentazione.
I dati emergono dalla due giorni del corso online di Formazione Professionale Continua (FPC) riservato ai giornalisti, promosso da Nutrizione Medica – Unione Italiana Food. Il percorso nasce per fornire una conoscenza più precisa e completa del mondo della nutrizione medica a chi si occupa di informazione.
Spesso, ad esempio, si fa confusione tra gli AFMS (Alimenti ai Fini Medici Speciali) e gli integratori. Sono, in realtà, molto diversi tra loro: «I primi sono prodotti normati dal Regolamento 609/13 e formulati per consentire al paziente con patologie o condizioni mediche che determinano una vulnerabilità nutrizionale, di soddisfare il loro fabbisogno nutritivo. Gli integratori, invece, sono costituiti da vitamine, minerali e altre sostanze, destinati alla popolazione generale e sana, da integrare in una dieta normale». A spiegare la differenza è Valeria Di Giorgi, Dirigente Farmacista della Direzione Generale per l’Igiene e la sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione (DGISAN) del Ministero della Salute. «A volte, gli AFMS – specifica la Di Giorgi – possono rappresentare l’unica fonte di nutrimento per le persone a cui sono destinati».
Di nutrizione clinica si parla in tutte le branche della medicina. La malnutrizione, infatti, è un annoso problema che spesso diventa una malattia nella malattia, in grado di compromettere gravemente lo stato di salute del paziente. In oncologia, acquisisce un significato clinico importante, arrivando addirittura a determinarne gli esiti clinici.
«La malnutrizione – sottolinea Riccardo Caccialanza, Direttore UOC Dietetica e Nutrizione Clinica Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia – costituisce oggi un problema di salute pubblica spesso non diagnosticato e trattato. Si aggrava in ospedale a causa della scarsa consapevolezza del personale sanitario: non tutte le strutture attuano uno screening della malnutrizione all’ingresso e solo una piccola percentuale riceve un supporto nutrizionale».
«L’Accordo Stato-Regioni 224/CSR 14/12/2017 – prosegue il direttore Caccialanza – sui percorsi nutrizionali in oncologia impone alle Regioni e alle Aziende Sanitarie di garantire al malato di cancro la valutazione tempestiva dello stato di nutrizione e la corretta gestione della terapia di supporto, partendo dal counseling nutrizionale, fino all’utilizzo della nutrizione artificiale, per prevenire o trattare efficacemente la malnutrizione». Purtroppo, però, a quasi 3 anni dalla pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee di indirizzo, non sono ancora disponibili dati relativi all’effettiva implementazione dei percorsi nutrizionali per i pazienti oncologici nelle diverse Regioni. La qualità delle cure nutrizionali in oncologia in Italia – rileva il direttore nel suo intervento – rimane scarsa e disomogenea».
Nel percorso di cura delle patologie oncologiche, la nutrizione clinica ha una funzione fondamentale in tutte le fasi della malattia. Lo stato nutrizionale del paziente deve essere monitorato durante tutte le fasi del trattamento terapeutico. I numeri, infatti, parlano chiaro: «Il 40-80% dei pazienti oncologici presenta qualche disturbo nutrizionale: scarso appetito, ridotto introito calorico, perdita di peso. Il 75% dei pazienti neoplastici è malnutrito al momento della diagnosi – evidenzia Vito Lorusso, Direttore di Oncologia Medica dell’Istituto dei Tumori di Bari -. Il 20% dei pazienti tumorali si ritiene che muoia per malnutrizione e non per gli effetti diretti della neoplasia».
La Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e la Società Italiana di Nutrizione e Metabolismo (SINPE) hanno messo a punto la Carta dei diritti del paziente oncologico all’appropriato e tempestivo supporto nutrizionale. Un decalogo per spiegare ai malati oncologici e alle famiglie i corretti principi in tema di nutrizione.
«I malati di cancro continuano a morire di malnutrizione e non di cancro – conclude Laura Del Campo, Rappresentante di AIMAC, Associazione Italiana Malati di Cancro -. Gli oncologi devono avvalersi della collaborazione del nutrizionista clinico per una presa in carico globale del paziente».
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