Scarsa attività fisica, sedentarietà e diete sballate hanno provocato una crescita di obesità e un rischio di malnutrizione. Picardi (biologa): «Un buon trattamento nutrizionale deve essere all’ordine del giorno non solo per pazienti ricoverati, a rischio di malnutrizione e sarcopenia, ma anche per soggetti sedentari e chiusi a casa a causa dell’isolamento»
La pandemia ci ha costretto a riadattare il nostro stile di vita in un modo del tutto nuovo, rendendoci più sedentari, e ha imposto un cambiamento radicale anche sotto l’aspetto nutrizionale. In che forma e con quali conseguenze il Covid-19, il lockdown e tutto ciò che si è portata dietro l’emergenza sanitaria, ha modificato e cambiato l’alimentazione degli italiani? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Marika Picardi, Biologa Nutrizionista e responsabile scientifica del corso FAD offerto da Consulcesi Club “Cibo & Covid-19. Nutrirsi al meglio durante la pandemia”.
«L’isolamento ha avuto un impatto notevolissimo sui vari comportamenti e gli stili di vita delle persone – ha spiegato l’esperta -. La noia, lo stress e il fatto di non uscire più di casa per la paura di essere contagiati hanno determinato l’inattività fisica e la sedentarietà».
Poco movimento, smart working, quarantene, misure restrittive e cattiva alimentazione hanno avuto come conseguenza un aumento del peso corporeo: «Tanta gente si è alimentata con cibi impropri, focalizzata su cucine tradizionali, e tutto ciò ha determinato un aumento dell’obesità nella maggior parte della popolazione e un rischio di malnutrizione. Dobbiamo sempre considerare – ha aggiunto la dottoressa – che la malnutrizione non è soltanto la perdita di peso ma quella condizione che fa sì che si perda la massa muscolare scheletrica necessaria per un buon funzionamento anche del sistema immunitario».
Poiché la malnutrizione presuppone l’incapacità di preservare una corretta composizione corporea e muscolare, è da attribuire non solo a soggetti che perdono peso ma anche a soggetti obesi. «Un buon trattamento nutrizionale deve essere all’ordine del giorno, – ha evidenziato la dottoressa – soprattutto in questo contesto di pandemia non solo per pazienti ricoverati, a rischio di malnutrizione e sarcopenia, ma anche per soggetti sedentari e chiusi a casa a causa dell’isolamento».
Quali sono le indicazioni per i pazienti che hanno avuto il Covid-19 sia in una forma lieve per cui non è stato necessario il ricovero sia per quelli ricoverati in ospedale? «Bisognerà sempre far riferimento a una buona gestione clinica, da realizzare a 360 gradi, che comprenda anche un corretto trattamento nutrizionale e quindi adeguate diete – ha sottolineato la Picardi –. È importante tenere sotto controllo sia i pazienti ricoverati che quelli a casa fornendo indicazioni specifiche su come poter gestire alimentazione e stile di vita».
Indicazioni e suggerimenti che però, spesso, non trovano concreta realizzazione: «Dobbiamo essere realisti, tanta gente avendo la consapevolezza di eccedere con il cibo trova la scusante delle varie restrizioni per non effettuare una buona attività fisica quotidiana e ridurre i controlli nutrizionali» conclude la dottoressa Picardi.
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