Il 10 ottobre torna l’Obesity Day. Al centro della giornata nazionale 2023 la campagna di sensibilizzazione sull’obesità sarcopenica, promossa da ADI e dalla sua Fondazione. Molte le iniziative su come prevenire, diagnosticare e trattare questa patologia, collegamenti in diretta sulla pagina Facebook @obesitydayadi
L’obesità aumenta il rischio di molte malattie non trasmissibili, inclusi tumori, malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e malattie respiratorie croniche. Nel caso di infezione da SARS-CoV-2, chi è obeso ha maggiore possibilità di sviluppare complicanze e mortalità. «Entrando nel dettaglio, l’obesità (definita come BMI > 30 kg/m2) rispetto all’essere normopeso aumenta del 75% il rischio di ipertensione arteriosa e del 92% quello di asma bronchiale. È 12 volte maggiore la possibilità di sviluppare diabete mellito, doppio il rischio di scompenso cardiaco e gonartrosi», spiega Maria Letizia Petroni, segretario della Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) e docente di Scienze Dietetiche presso il dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, in un’intervista a Sanità Informazione.
Solo in Europa più di un milione di persone perdono la vita per patologie correlate all’obesità. Sovrappeso e obesità, responsabili del 13% di tutti i decessi, sono tra le principali cause di morte e disabilità nei Paesi europei. «Ed è per sensibilizzare i cittadini e gli operatori sanitari su questi rischi e sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce che anche per il 2023 torna, il 10 ottobre, per il 23esimo anno consecutivo, l’appuntamento con l’Obesity Day, promosso dall’ADI, attraverso la sua Fondazione», aggiunge la professoressa Petroni.
In Italia, il 43% della popolazione adulta è in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. Tradotto in cifre, sono 17 milioni gli adulti in sovrappeso e oltre 4 milioni gli obesi (Fonte Iss-Passi). In Europa le percentuali aumentano ulteriormente: il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) è in sovrappeso o obeso (Rapporto 2022 sull’obesità dell’Oms). Dati destinati a peggiorare se si considera l’aumentata aspettativa di vita. «Ma vivere più a lungo non basta. È necessario che gli ultimi anni trascorrano in buona salute. Per questo, abbiamo deciso di dedicare l’edizione 2023 all’obesità sarcopenica, problematica che affligge proprio la popolazione più anziana», dice il segretario della Fondazione ADI.
L’obesità sarcopenica viene definita come la coesistenza di eccesso di adiposità (obesità) e scarsa massa/forza/funzionemuscolare (sarcopenia). La componente sarcopenica è presente sino all’80% degli anziani con obesità. Questo è un problema molto rilevante, dal momento che sono affetti da sovrappeso o obesità rispettivamente il 41% ed il 14% degli italiani over-65, e la loro probabilità di avere limitazioni funzionali e nella propria autonomia è due volte e mezzo superiore rispetto ai coetanei normopeso. «Se fino a qualche anno fa si tendeva a non suggerire una dieta dimagrante ad una persona anziana in eccesso ponderale, per il timore che potesse perdere anche la massa magra (i muscoli) e non solo quella grassa, oggi la tendenza si è decisamente invertita. Sotto la guida di uno specialista è possibile seguire una dieta equilibrata che, associata ad adeguata attività fisica, può far perdere peso preservando il tessuto muscolare. In linea generale è bene tenere presente che dopo i 65 anni l’apporto proteico dovrebbe essere aumentato di circa il 15%».
Nei Centri Obesity day su tutto il territorio italiano si terranno iniziative per promuovere il tema di quest’anno “Come stanno i tuoi muscoli? Impara a difenderli”. Inoltre, martedì 10, a partire dalle ore 10 fino alle 13, sulla pagina Facebook @obesitydayadi collegamenti in diretta con gli esperti, video testimonianze e consigli utili per affrontare e prevenire tale patologia. «Tra le persone più a rischio ci sono anche le donne in menopausa, gli sportivi che cessano l’attività agonistica e i soggetti affetti da patologie psicologiche e psichiatriche, più vulnerabili all’utilizzo del cibo come mezzo di conforto (confort food). Anche l’utilizzo di alcuni farmaci – come antipsicotici, antidepressivi, cortisonici – può aumentare il rischio di sviluppare sovrappeso o obesità», aggiunge la professoressa Petroni.
I costi economici e sociali legati all’obesità in età geriatrica sono elevati, e l’associazione tra obesità e sarcopenia vi contribuisce in modo rilevante. Secondo la Commissione Europea, nel 2020 il 30% della popolazione europea era costituito da over-65, con una spesa sanitaria pari al 6,6% del PIL dell’UE. Questi numeri sono destinati ad aumentare significativamente con l’invecchiamento della popolazione. Tuttavia, è stato calcolato, per scenari demografici e di prevalenza di obesità simili a quelli italiani – che la prevenzione e la diagnosi precoce della obesità dell’anziano, e della sarcopenia ad essa correlata, potrebbero ridurre i costi previsti per cure mediche e assistenza per la non autosufficienza sino allo 0,6% del PIL. «Per questo – conclude il segretario di Fondazione ADI – sensibilizzare sul problema clinico e sociale dell’obesità sarcopenica è un dovere della comunità scientifica».
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