L’edizione 2018 della campagna nazionale di sensibilizzazione promossa dall’Associazione Italiana di Dietetica chiede interventi urgenti contro la disapprovazione sociale e le discriminazioni a danno di persone con obesità
In Italia è sovrappeso oltre 1 persona su 3 (36%, con preponderanza maschile: 45,5% rispetto al 26,8% nelle donne), obesa 1 su 10 (10%), diabetica più di 1 su 20 (5,5%) e oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 è anche sovrappeso o obeso.
Questi i numeri – preoccupanti – dell’Associazione italiana di Dietetica e nutrizione clinica che in occasione dell’Obesity day ha promosso la campagna nazionale per la sensibilizzazione e la prevenzione dell’obesità e pubblicato il Manifesto dell’Italian Obesity Network, documento voluto e sostenuto da dieci società scientifiche del settore per porre all’attenzione delle istituzioni le azioni da intraprendere per affrontare la patologia e combattere lo stigma sociale dell’obesità.
«Il manifesto è una ‘chiamata alle armi’ dei decisori e di tutti coloro che possono influire in senso positivo sulla prevenzione e sulla terapia per l’obesità». Spiega ai nostri microfoni Giuseppe Fatati, Presidente IO-NET e Presidente Fondazione A.D.I.
LEGGI ANCHE: OBESITÀ E RUSSAMENTO? ATTENZIONE: IL VOSTRO BAMBINO POTREBBE SOFFRIRE DI OSAS
«Purtroppo ancora oggi l’obesità viene vista come un problema del singolo e la responsabilità del successo e dell’insuccesso delle cure viene data al soggetto e non alla comunità – continua -. Questo è un approccio assolutamente sbagliato: l’obesità è una malattia multi-genetica e multifattoriale e non dipende solo dalla volontà del singolo ma dipende soprattutto dall’ambiente e dalle azioni che noi riusciamo a mettere in campo».
«La verità – prosegue il presidente –, è che diventa facile additare come colpevoli le persone obese accusandole di non sapersi controllare o di non saper gestire correttamente le proprie abitudini alimentari. È invece difficile (e non tutti hanno la lucidità per farlo) riconoscere che in parte il problema deriva dall’inquinamento ambientale che può portare all’insulino-resistenza per esempio che causa sovrappeso e diabete di tipo 2».
«Da qui – conclude – la volontà di unirsi in maniera sinergica al monito lanciato dalla campagna mondiale del World Obesity Day che dice stop allo stigma del peso, alla colpevolizzazione, al bullismo e alle discriminazioni sociali».
Voluto dall’Italian Obesity Network e sottoscritto dalle società Amici Obesi Onlus, ADI, Milano Obesity Declaration, SIEDP, SIMG, IBDO Foundation, FO.RI.SIE, SIO, IWA il Manifesto individua quattro azioni urgenti per contrastare lo stigma e tracciare una road map di dieci punti su cosa e come intervenire per affrontare la patologia in maniera integrata.
LEGGI ANCHE: CALORIE? NON SONO TUTTE UGUALI. ECCO COME SCEGLIERE QUELLE “GIUSTE”
Su questo indirizzo, il 10 ottobre, in occasione della consueta “giornata per il paziente” i 120 centri di dietetica ADI in tutta Italia e oltre 500 specialisti saranno a disposizione per colloqui gratuiti di informazione, consulenze nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso; 20 gli eventi pubblici di sensibilizzazione in programma nelle piazze, nelle scuole e nei centri di aggregazione delle principali città italiane.