Uno studio pubblicato su The Lancet Public Health dimostra come circa due terzi (61,1%) di tutte le morti per cancro ai polmoni nei paesi ad alto reddito potrebbero essere evitate
Creare una generazione “zero-fumo” per salvare 1,2 milioni di vite a livello globale entro il 2095 non è un’utopia, ma un obiettivo perseguibile, adottando immediatamente nuove politiche restrittive. Il divieto di vendita di tabacco alle persone nate tra il 2006 e il 2010 potrebbe evitare, infatti, 1,2 milioni di morti e potrebbe prevenire quasi la metà (45,8%, ovvero 844.200 su 1,8 milioni di decessi) delle future morti per cancro ai polmoni negli uomini e circa un terzo (30,9%, 342.400 su 1,1 milioni di decessi) nelle donne di questo gruppo di giovani. Sono alcuni dei dati emersi da un’analisi pubblicata su The Lancet Public Health. Quasi due terzi (65,1%) delle morti evitate sarebbero in paesi a basso e medio reddito (LMIC). Circa due terzi (61,1%) di tutte le morti per cancro ai polmoni nei paesi ad alto reddito verrebbero evitate.
Lo studio di simulazione, il primo nel suo genere, è stato guidato da ricercatori dell’Università di Santiago de Compostela, dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e altri enti in tutto il mondo. Il fumo è la principale causa di morte prevenibile a livello mondiale. È il maggiore fattore di rischio per il cancro ai polmoni e si stima causi oltre i due terzi degli 1,8 milioni di decessi per la malattia ogni anno. “Il cancro ai polmoni è un grande killer a livello mondiale, e due terzi dei decessi sono collegati proprio al fumo di tabacco – afferma l’autrice Julia Rey Brandariz – . Le nostre simulazioni evidenziano quanto si potrebbe guadagnare con piani ambiziosi per creare una generazione senza tabacco, salvando vite e riducendo enormemente la pressione sui sistemi sanitari per curare e assistere le persone malate a causa del fumo”.
Il nuovo studio si è concentrato su persone nate tra 2006 e 2010, poiché l’età legale per acquistare prodotti del tabacco è 18 anni nella maggior parte dei Paesi inclusi nell’analisi. Si potrebbe prevenire il 40,2% (1,2 milioni di 2,9 milioni) del totale delle morti per cancro ai polmoni previste per questa coorte di nascita entro il 2095. Tra gli uomini, l’impatto sarebbe maggiore nell’Europa centrale e orientale, dove il 74,3% delle morti potenziali (48.900 su 65.800 decessi) potrebbe essere evitato. Tra le donne, il maggior numero di morti evitate sarebbe nell’Europa occidentale, dove il 77,7% delle morti (56.200 su 72.300 decessi) potrebbe essere evitato.
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