Da corsi formativi per pediatri e genitori a iniziative rivolte direttamente ai minori per «istruirli» a comprendere e a distinguere cosa è un abuso, fino a un Osservatorio permanente sugli abusi e un network tra procure. Queste sono alcune delle proposte emerse da Think Tank On Radar della Fondazione Menarini dedicato all’«infanzia bruciata»
Nel nostro paese più di 800mila bambini e adolescenti sono vittime di maltrattamenti, come bullismo, molestie, abusi sessuali, discriminazioni. A essere coinvolti è quindi il 9% di tutta la popolazione italiana under 18, una percentuale in crescita anche a causa della pandemia. Si tratta di una vera e propria emergenza «infanzia bruciata», a cui il neonato Think Tank «On Radar» della Fondazione Internazionale Menarini ha deciso di dedicare il suo primo incontro. L’obiettivo è quello di mettere in moto cambiamenti reali in tema di disagio minorile con proposte concrete da portare sul tavolo dei decisori politici. Tra le idee proposte ci sono corsi formativi rivolti ai pediatri e alle famiglie per intercettare i segnali di abuso, ma anche corsi educativi rivolti agli stessi minori con lo scopo di «istruirli» a comprendere e a distinguere cosa è un abuso in modo da evitare di esserne vittime inconsapevoli.
«La creazione di una rete di competenze, che includa tutti gli adulti che vengono a contatto con bambini e adolescenti, rappresenta lo strumento più idoneo per costruire un percorso formativo finalizzato ad accompagnarli nella crescita fino a renderli cittadini consapevoli, protagonisti della propria vita, delle proprie scelte e dei propri sogni», dichiara Massimo Scaccabarozzi, direttore del Think Tank On Radar. Quella proposta è una rete a supporto della scuola e della famiglia per prevenire e intercettare precocemente ogni forma di disagio minorile. «Nel progetto, il minore diventa l’attore principale del cambiamento – continua – affinché non sia vittima e/o potenziale autore di abusi e maltrattamenti, attraverso una serie di iniziative formative ed educative per aiutarlo a distinguere, ad esempio, il confine tra un complimento innocente e apprezzamenti e atteggiamenti discriminatori e/o a sfondo sessuale».
Tra le proposte emerse anche la creazione di un Osservatorio permanente sugli abusi presso gli organi giudiziari con incontri periodici di aggiornamento e la promozione di un network tra procure e operatori del settore, per favorire il dialogo e garantire una corretta presa in carico delle singole situazioni. Si è parlato anche di coinvolgimento dei pediatri per introdurre i potenziali indicatori di disagio nella redazione del bilancio di salute e un possibile ruolo di corsi di formazione per le neomamme sul rischio della divulgazione di foto dei propri bambini sui social media, spesso oggetto in seguito di fenomeni di pedopornografia. «L’intento ambizioso è quello di contribuire a realizzare una condizione di salute globale del minore, in linea con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, tra cui, in particolare, il superamento della povertà e l’accesso all’istruzione», conclude Scaccabarozzi.
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