Secondo l’ultima rilevazione dell’Eurispes, l’omeopatia è la cura complementare più diffusa. Stando ai dati della FIMP la usa un pediatra su tre. Mancino (CEDH): «L’omeopatia non è un’alternativa, ma un’opportunità, una risorsa da utilizzare in associazione alla medicina tradizionale»
«È grazie ai pediatri che l’omeopatia in Italia è diventata pop». È così che Mauro Mancino, pediatra e docente CEDH Italia, sintetizza l’ingresso dell’omeopatia nel Belpaese che, seppur utilizzata fin dall’800, ha raccolto un consenso maggiore e trasversale soltanto più di recente. Secondo un’indagine della Federazione italiana medici pediatri (FIMP), infatti, oggi un pediatra su tre usa anche l’omeopatia. Più nello specifico dalla ricerca è emerso che il 70,6% dei 1.252 specialisti che hanno preso parte alla ricerca non utilizza l’omeopatia nella pratica quotidiana, mentre 367 (29,4%) la prescrive e circa il 90% di questi associa farmaci omeopatici ed allopatici.
«I pediatri – conferma Mancino – sono sempre stati tra i più assidui frequentatori di corsi sull’omeopatia organizzati in Italia e, di conseguenza, hanno contribuito alla sua divulgazione, rendendo contenuti e concetti fruibili anche a coloro che non possedevano specifiche competenze, genitori in primis». Secondo l’ultima rilevazione dell’Eurispes in materia, l’omeopatia è la cura complementare più diffusa: quando si cerca un’alternativa alla medicina allopatica si opta per l’omeopatia nel 76,1% dei casi, nel 58,7% per la fitoterapia, nel 44,8% per l’osteopatia. Seguono agopuntura con 29,6 punti percentuali e chiropratica con 20,4.
«Sono un pediatria da trent’anni e, personalmente, utilizzo l’omeopatia come complemento alle terapie tradizionali. L’omeopatia non è un’alternativa alla medicina allopatica, ma un’opportunità, una risorsa da utilizzare in associazione alla medicina tradizionale, sottolinea Mancino -. Esistono dei sintomi che, pur essendo fisiologici, richiamano l’attenzione del medico e l’omeopatia è un ottimo strumento per alleviarli o tenerli sotto controllo». Secondo i dati emersi dall’indagine della FIMP, nel 50% dei casi i medicinali omeopatici vengono utilizzati per patologie di otorinolaringoiatria, come faringite, tonsillite, otite media acuta, sinusite, patologie allergiche, dall’asma alla congiuntivite, fino alla rinite, per malattie gastrointestinali e dermatologiche, come dermatite e acne. Nel 39,1% per disturbi alimentari, nel 38,4% per patologie nervose, come disturbi caratteriali e psichici del bambino, tra cui anche i disturbi del sonno e l’ansia, e nel 31,4% per malattie polmonari e metaboliche.
«Quello del medico è un mestiere tanto faticoso quanto pericoloso: impieghi decenni a costruire una carriera e in un secondo puoi rovinarla con le tue stesse mani. Per questo – dice il pediatra – è bene tenere l’attenzione sempre puntata sul paziente, cercando di individuare lo strumento migliore e più adeguato alle esigenze individuali ed al momento specifico. E l’omeopatia è un grosso aiuto che punta proprio in questa direzione: non è invasiva ed è efficace. Se non avesse avuto gli effetti desiderati il suo utilizzo sarebbe decaduto in pochi anni. Molte patologie possono essere trattate con l’omeopatia – conclude il pediatra -, a patto che si utilizzi buon senso, attenzione e rigore».
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