I dati del monitoraggio Gimbe: +58,9% in una settimana. Aumentano ricoveri ordinari (+14,4%) e terapie intensive (+12,6%). Ricciardi: «Bisogna stare all’erta, con un virus così contagioso negli ambienti chiusi ci si contagia. Tanti i fragili a rischio»
Un aumento improvviso e repentino dei nuovi casi (255.442, +58,9%) in tutte le regioni italiane. Un numero di positivi (circa 600 mila) largamente sottostimato perché le persone ormai usano i tamponi fai-da-te con dichiarazioni solo parziali degli esiti positivi.
È l’effetto della diffusione delle varianti di Sars-CoV-2 BA.4 e BA.5 con conseguenze già evidenti sugli ospedali. In salita, infatti, sia i ricoveri ordinari che le terapie intensive. Calano i decessi (-19%) ma sono ferme le percentuali vaccinali: 7.98 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose. Ci sono, inoltre, nette differenze regionali per la copertura con quarte dosi di immunocompromessi (dall’8,8% della Calabria al 100% del Piemonte) e fragili (dal 5,5% della Calabria al 39,6% del Piemonte). È quanto rileva questa settimana il monitoraggio della Fondazione Gimbe.
Omicron 5 non è dominante in Italia ma presto lo diventerà. Ad oggi, i dati dell’ISS confermano che BA.4 e BA.5 non si associano ad una maggior gravità della malattia Covid-19, ma sono più trasmissibili di BA.2. In più, hanno una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. «Dobbiamo stare attenti – ha detto il consulente di Speranza a Sanità Informazione – perché questo virus tende ad eludere le nostre capacità di protezione. Questa variante è contagiosissima, bisogna stare all’erta».
«Specie adesso e in autunno – ha proseguito Ricciardi – quello che si sta predisponendo è un arresto delle vaccinazioni. Ci sono migliaia di ultraottantenni non vaccinati che non hanno fatto la seconda dose di richiamo e questo li espone a rischi molto gravi. Quando si tornerà in ambienti chiusi ci sarà un rischio. Così come si ripresenterà nelle scuole per bambini che non sono vaccinati. Non sarà come nelle prime due ondate, con una grande pressione sugli ospedali, ma purtroppo ci saranno tante persone fragili a rischio».
Secondo Ricciardi è probabile che ci sia quella che si definisce una “reazione crociata”. «Abbiamo visto che anche con i vaccini predisposti dalla variante originaria resta una protezione rispetto alla malattia e non all’infezione, credo che per Omicron succeda lo stesso. Dobbiamo vederlo ancora, ma il dato che ci conforta di più è che i vaccini reggono ancora». I dati dell’ISS dimostrano che in tutte le fasce di età si riduce l’incidenza di malattia grave (del 24-78,9% per ricoveri ordinari; del 42,1-85% per le terapie intensive) e decesso (del 42,5-88,4%) (figura 16). Ma sono ancora 4,03 milioni i non vaccinati, 5,51 milioni le persone senza terza dose e 4,05 milioni i vulnerabili senza quarta dose.
Ne è certo Walter Ricciardi. «Quello che mi preoccupa un po’, venendo meno la struttura commissariale, è che potrebbero esserci grandi differenze tra le regioni. La struttura aveva assicurato che tutte le regioni, anche quelle più in difficoltà, avessero una buona copertura vaccinale. Noi siamo tra quei paesi che hanno avuto copertura in tutto il territorio. Quello che mi preoccupa è che un ritorno alla normalità in tutto il territorio, in una sanità che è basata per la nostra costituzione sulle regioni, determinerà grandi differenze».
Il consulente del ministro Speranza invita alla cautela, dunque, ricordando l’importanza di indossare le mascherine nei luoghi al chiuso e la necessità di potenziare la campagna vaccinale in tutte le persone a rischio di malattia grave. E invece, come è accaduto spesso, alcuni medici o esponenti politici disorientano la popolazione con proposte antiscientifiche e rischiose per la salute pubblica, come l’abolizione dell’isolamento per i positivi. «Aver abolito l’obbligo è un rischio – ha precisato -. Lo è perché anche se c’è una forte raccomandazione a indossare le mascherine al chiuso, molte persone non lo capiscono. Con un virus così contagioso negli ambienti chiusi ci si contagia. Caso di scuola l’ho seguito di recente, Lilli Gruber: lì sono stati a contatto con una sola persona positiva che ha cenato con loro e si sono contagiati in 16».
«Dal punto di vista scientifico c’è soltanto la differenza che negli aerei c’è una maggiore filtrazione e un cambio d’aria ogni tre minuti. Però – ha aggiunto -Ricciardi – si è visto che con questa contagiosità basta una sola persona e tutti si contagiano se tolgono la mascherina per mangiare. Figuriamoci se non si portano. I Governi sono pressati dall’opinione pubblica e da alcuni partiti ad allentare i limiti». In questa fase è indispensabile ridurre la circolazione virale. E questo può essere fatto solo indossando la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se sono affollati e poco ventilati. Ma anche all’aperto, in condizioni di grandi assembramenti. E su questo, Ricciardi ha precisato: «All’aperto con una circolazione d’aria adeguata e con distanza tra le persone, siamo più tranquilli. È un virus debole dal punto di vista ambientale, il rischio resta nei luoghi chiusi e affollati».
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