La diffusione della variante Omicron BA.5 è passara dallo 0, 41 per cento al 13 per cento in un solo mese. Ma i sintomi sono più lievi, simili a un raffreddore
La variante Omicron BA.5 inizia a dilagare anche nel nostro paese. In un solo mese siamo passati da una diffusione dello 0,41 per cento, stimata a inizio maggio dall’Istituto superiore di sanità ad almeno il 13 per cento, stando ai calcoli dei bioinformatici del Ceinge Biotecnologie avanzate, sulla base delle sequenze genetiche depositate dall’Italia nella banca dati internazionale Gisaid. La diffusione della nuova sottovariante di Omicron desta molta preoccupazione in Europa e anche in Italia. Del resto è proprio Omicron BA.5 la principale responsabile della risalita dei contagi in Portogallo e in Germania.
Gli studi preliminari indicano che la sottovariante BA.5 è più trasmissibile rispetto alle altre sottovarianti di Omicron a causa di almeno due mutazioni che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace. I dati sono online sulla piattaforma BiorXiv, che accoglie studi non ancora sottoposti alla revisione della comunità scientifica, e sono il risultato di una ricerca condotta in Giappone e coordinata da Izumi Kimur, dell’Univesità di Tokyo. Una ricerca realizzata da David Ho, docente di immunologia e microbiologia alla Columbia University di New York, ha scoperto che sia gli anticorpi legati alla guarigione che quelli legati alla vaccinazione sono meno efficaci contro queste due sottovarianti. Nello specifico, sarebbero in grado di evadere le difese anticorpali più di quattro volte rispetto alle sottovarianti legate al ceppo BA.2.
L’allerta sulla presenza della sottovariante BA.5 era stata lanciata a metà maggio dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), quando la BA.5 era entrata a far parte delle varianti che destano preoccupazione (Voc, Variant of Concern) con le altre sottovarianti di Omicron BA:4, BA.2 e BA.1. È in Portogallo, però, che la BA.5 sta facendo parlare di sé: secondo i dati dell’Università americana Johns Hopkins, i casi di Covid-19 nel Paese sono passati dagli oltre 11.000 registrati all’inizio di aprile a circa 28.000. Nello stesso periodo non si nota invece un aumento dei decessi, che anzi sono scesi dalla media settimanale di 46 a quella attuale di 38.
«Si tratta di una variante più contagiosa, ma i sintomi delle infezioni legate a essa sono più lievi», spiega Fabrizio Pregliasco, virilogo dell’Università degli Studi di Milano. «I primi dati indicano che tende a replicarsi nelle prime via aeree. I sintomi sembrano quindi essere molto simili a quelli di un raffreddore. Ma questo non vuol dire – continua – che non possa causare forme più gravi, ma sembra essere meno probabile».
«La pandemia non procede in modo sincrono in tutto il mondo, dipende dagli andamenti del territorio», sottolinea Pregliasco, cercando di spiegare le differenze sull‘andamento dei contagi tra il nostro paese e il Portogallo. «Noi come Italia siamo appena usciti da una brutta quarta ondata e quindi probabilmente non nell’immediato, ma più verso l’autunno, potremmo trovarci di nuovo a dover affrontare un rialzo del numero dei casi», aggiunge. E la variante che sembra avere maggiori probabilità di causare una nuova ondata sembra essere proprio Omicron BA.5. «Per questo non abbassiamo la guardia: il virus non è sparito e dobbiamo prepararci a un eventuale aumento dei contagi probabilmente dopo la stagione estiva», conclude.
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