C’è preoccupazione per il ritorno del morbillo, la più contagiosa tra le malattie infettive. Dopo un drastico calo, durante la pandemia, complice il distanziamento sociale e l’uso della mascherina, ora questa tendenza si è rapidamente invertita. «Casi in aumento a livello globale», afferma Patrick O’Connor, esperto OMS
C’è grandissima preoccupazione per il ritorno del morbillo, la più contagiosa tra le malattie. Dopo infatti un drastico calo durante il periodo più «nero» della pandemia, complice il distanziamento sociale e l’uso della mascherina, ora questa tendenza si è rapidamente invertita. «Stiamo iniziando a vedere l’aumento dei casi della malattia a livello globale», afferma Patrick O’Connor, esperto di morbillo presso l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). «Un’epidemia dirompente è classificata come quella in cui ci sono più di 20 casi di malattia per milione di persone e ogni mese vediamo sempre più paesi rientrare in quella categoria», aggiunge.
Prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo nel 1963, la malattia infettava milioni di persone in tutto il mondo e ne uccideva circa 2,6 milioni ogni anno, per lo più bambini sotto i cinque anni d’età. La vaccinazione si è rivelata un punto di svolta: con l’aumento dell’accesso alle dosi, la prevalenza dell’infezione è diminuita e alcuni paesi sono persino riusciti a eliminare il morbillo. Eppure questo straordinario risultato rischia di essere compromesso dalla pandemia, che ha costretto i paesi a sospendere i servizi per la vaccinazione e a reindirizzare le risorse sanitarie per rispondere al Covid. Di conseguenza, anni di progressi nella lotta al morbillo sono stati spazzati via.
In effetti, nel 2019, prima che il Covid colpisse, secondo l’OMS l’86% di tutti i bambini di età inferiore a un anno aveva ricevuto una prima dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita. Ma già nel 2021 la percentuale è scesa all’81%, il numero più basso dal 2008. Si stima che circa 67 milioni di bambini abbiano saltato le vaccinazioni in questo periodo lungo due anni, mentre la copertura vaccinale è diminuita in 112 paesi. Le conseguenze di tutto questo stanno iniziano a palesarsi ora. Gunter Boussery, uno specialista sanitario senior dell’Unicef che lavora in tutta l’Asia meridionale, ha riferito che epidemie di morbillo si stanno verificando in Afghanistan, India, Pakistan, Nepal e persino alle Maldive, dove è la malattia era stata eradicata ufficialmente nel 2020.
Nel 2022 in Italia la copertura vaccinale per il morbillo era del 92% della popolazione per la prima dose e dell’86% per la seconda, in calo rispettivamente dell’1% e del 3% rispetto al 2018. Sono i dati recentemente diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie nel suo rapporto annuale sul morbillo. Un livello di copertura ottimale per una malattia così contagiosa, evidenzia l’Ecdc, «è almeno il 95% con due dosi e omogenea su tutto il territorio».
Il morbillo è una minaccia particolare importante nei paesi in cui i servizi sanitari sono scarsi e in cui la fame è diffusa. In questo contesto, il morbillo è spesso una delle prime malattie ad alzare la testa. «Il morbillo è il canarino nella miniera di carbone», afferma Boussery. «È il primo segno di un indebolimento del sistema sanitario», aggiunge. Mentre l’Asia meridionale ha particolarmente lottato con il morbillo sulla scia della pandemia, anche altre regioni stanno affrontando focolai: dai paesi più ricchi come l’Austria, a quelli a reddito medio come Russia, Turchia e Sudafrica. Secondo O’Connor è probabile che i numeri aumentino velocemente in tutto il ricco Occidente. «Si prevede che quest’estate vedrà il maggior numero di viaggiatori dai tempi del Covid», dice. «Basta che una persona che non si rende conto di essere malata salga su un aereo e si porti la malattia altrove», aggiunge.
Il morbillo ha un numero R (il numero di persone a cui ogni persona infetta può trasmettere la malattia) compreso tra 15 e 20. La prima versione del virus Sars-CoV-2 aveva un numero R di circa 1,4-2,4. Per questo motivo, il 95% dei bambini deve ricevere due dosi del vaccino contro il morbillo. Solo in questo modo si può garantire che la malattia virale venga tenuta a bada nella popolazione. Ma mentre ci sono stati enormi progressi nella vaccinazione dei bambini negli ultimi 20 anni, l’obiettivo finale non è mai stato raggiunto e ora sta scivolando sempre più fuori portata.
È improbabile che i dati globali sulla vaccinazione per il 2022, che verranno pubblicati il mese prossimo, mostrino molti miglioramenti. C’è particolare preoccupazione per i bambini che saltano la seconda dose del vaccino contro il morbillo. Questa seconda iniezione è importante perchè l’unico modo per garantire che tutti siano protetti. «Fino al 2019 circa abbiamo assistito a un aumento lento ma costante del numero di bambini che avevano ricevuto la prima vaccinazione, ma per la seconda dose il numero si è ridotto e si aggira intorno al 71%», afferma O’Connor. Quello che gli esperti temono di più è un ritorno agli anni pre-pandemia: nel 2019, circa 207.000 bambini sono morti a causa della malattia, in aumento del 50% rispetto al 2016; gli Stati Uniti hanno riportato il maggior numero di casi in 25 anni; quattro nazioni europee hanno perso il loro status di eliminazione del morbillo; e nella Repubblica Democratica del Congo, circa 6.000 bambini sono morti a causa della malattia.
Tuttavia, da nessuna parte la tragedia del virus è stata più evidente che nella piccola nazione delle Samoa nel Pacifico occidentale. Il paese è stato bloccato nel dicembre 2019 nel tentativo di arginare un focolaio che ha ucciso quasi 80 bambini su una popolazione di appena 200mila persone. Una combinazione di sentimenti anti-vax e due incidenti mortali con il vaccino hanno visto i tassi di immunizzazione nel paese scendere da circa il 90% al 60%. Più in generale, lo scetticismo sui vaccini sembra essere in aumento a livello globale, anche se non è chiaro se questo si traduca in rifiuto vero e proprio. Il mese scorso, un sondaggio dell’Unicef ha mostrato un calo della fiducia nei vaccini in 52 paesi su 55. Il rapporto suggeriva che la causa fosse una combinazione tossica di informazioni fuorvianti, calo della fiducia negli esperti e polarizzazione politica.
«Il morbillo torna a far paura nel mondo a causa dello scetticismo sui vaccini. Era una malattia quasi completamente sconfitta. Ora saranno dolori soprattutto nei paesi più poveri. Molti passi indietro…», scrive su Twitter Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive policlinico San Martino di Genova, preoccupato.
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