L’ex Direttore Esecutivo dell’Agenzia Europea del Farmaco ai microfoni di Sanità Informazione sul piano vaccinale italiano: «La distribuzione a livello locale in alcune aree potrebbe creare dei problemi»
Il fatto che esistano alcuni operatori sanitari che non intendono vaccinarsi «sorprende e intristisce» Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) che si dice favorevole, in caso di necessità, non solo all’obbligo vaccinale (che però rappresenta comunque una «sconfitta della ragione») ma anche a provvedimenti verso chi non mette in sicurezza sé stesso e i suoi pazienti. Ma ai microfoni di Sanità Informazione il professor Rasi parla anche del piano vaccinale italiano, definito «logico e ben articolato», e dei vaccini AstraZeneca e Moderna, ancora non approvati dall’Agenzia dell’Unione europea.
«Più che l’EMA, direi che il tempo se l’è preso AstraZeneca. Mi risulta che non abbia ancora fatto domanda ufficiale di approvazione e che non abbia ancora presentato il set di dati finale, necessario per l’autorizzazione. Direi quindi che è una scelta dell’azienda di sottoporre i dati ad un regolatore piuttosto che ad un altro».
«Sembrerebbe di sì, perché il Regno Unito è andato avanti con un’autorizzazione di emergenza. Immagino che questa autorizzazione possa essere configurata anche come una prosecuzione di studio, con delle limitazioni a sottogruppi di pazienti dai quali è già stata individuata una sicura risposta positiva. Non abbiamo però ancora la dichiarazione ufficiale del regolatore inglese in cui vengono indicate le circostanze in cui autorizzeranno l’uso. Detto questo, si tratta comunque di un vaccino molto importante».
«Dipende da quali studi si vogliano completare. Loro, ad esempio, hanno avuto questi risultati un po’ a sorpresa per quanto riguarda il dosaggio e sulle fasce d’età della popolazione. Potrebbe essere un’estensione di questi aspetti, un’estensione di studio volto a consolidare i risultati che hanno avuto con un determinato dosaggio. Molto dipende dalla strategia che hanno deciso di attuare e da quali evidenze complementari hanno chiesto i regolatori».
«Mi sembra che l’EMA si esprimerà il 6 gennaio prossimo. Gli Stati Uniti si sono già espressi favorevolmente, sempre con un’autorizzazione di emergenza. Il tipo di autorizzazione europea è un po’ più “robusta”, è un’autorizzazione completa. Non mi aspetto grosse sorprese il 6 gennaio ma staremo a vedere».
«Sulla carta mi sembra un piano logico e ben articolato, per quel che è dato a vedere al cittadino. Io però sono molto curioso di capire come si svolgerà a livello locale, che è un aspetto fondamentale. Immagino che ci saranno posti in cui tutto andrà liscio mentre altri potrebbero avere problemi. Purtroppo la classe manageriale italiana è molto eterogenea, con grandi picchi e qualche debolezza».
«Come medico, mi sorprende e mi intristisce. Davvero non riesco a capire come un collega non voglia correre per andare a vaccinarsi…».
«Ricorrere all’obbligo è sempre un po’ una sconfitta della ragione, però sì, mi sembra evidente. Come al solito, o si salva l’albero o si salva il bosco. Per cui non ho dubbi, se dovesse risultare necessario, sono favorevole. Non solo, penserei anche a provvedimenti per chi non si volesse vaccinare perché è una cosa incomprensibile».
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