I consigli per un buon orientamento scolastico, lo psicologo: «Innanzitutto evitare pregiudizi e stereotipi, soprattutto di genere: non ostacolare una figlia nell’intraprendere studi tecnici, generalmente associati al sesso maschile. Per non sbagliare è utile prefigurarsi come si utilizzerà la scelta fatta, chiedendosi ad esempio: “Che impatto positivo avrà nella mia vita?”»
Dal 9 al 30 gennaio gli studenti italiani dovranno decidere quale percorso di studi intraprendere al temine della terza media. Per questo, dicembre è il mese dedicato all’orientamento, un momento fondamentale e delicato: è proprio a partire dalle scelte compiute sul proprio futuro e dalle loro realizzazioni concrete, o dai fallimenti, che gli studenti potranno costruire solide basi per realizzare la loro vita in maniera più o meno soddisfacente.
«Scegliere il percorso di studi più adeguato alle proprie esigenze ed inclinazioni incide molto sulla qualità della vita sia presente che futura, non solo in termini di soddisfazione ma anche per la salute e il benessere individuale psico-fisico – spiega Cristian Pagliariccio, psicologo, membro dell’Ordine degli Psicologi del Lazio -. Al contrario, scelte sbagliate possono ingabbiare le persone in stereotipi che non si adattano bene alle proprie vite. Ancora oggi, molte ragazze sono scoraggiate dagli adulti di riferimento quando esprimono il desiderio di studiare materie scientifiche e, soprattutto, tecniche. Non è raro che i genitori si oppongono alla possibilità che le loro figlie possano frequentare Istituti tecnici di Meccanica, Elettronica, etc. Ma attenzione, perché le scelte basate su pregiudizi rischiano di complicare la vita delle persone, riducendo le loro opportunità professionali e costringendole a vivere una vita che non sentono adatta alle proprie esigenze».
In altre parole, una scelta ben ponderata, può rappresentare uno strumento potente per raggiungere traguardi soddisfacenti, anche quando si parte da condizioni di vita modeste. Al contrario, in caso di fallimento o abbandono scolastico, in gioco non c’è soltanto l’esclusione dai successi lavorativi futuri, ma anche il proprio benessere. «Da anni, infatti – continua Pagliariccio -, i dati di ricerca sottolineano la connessione tra abbandono scolastico e aumento significativo di rischi psicosociali personali, come, solo per fare alcuni esempi, il consumo di sostanze stupefacenti e alcol o la possibilità di compiere atti antisociali ed entrare in percorsi di vita negativi».
Secondo l’ultimo rapporto del MIUR, nel passaggio al successivo anno hanno abbandonato la scuola media 9.445 alunni, pari allo 0,56% del totale nazionale, mentre altri 6.322, pari allo 0,37%, hanno lasciato nel passaggio tra i cicli scolastici di primo e secondo grado. Numeri più consistenti riguardano la scuola superiore, dove gli abbandoni sono stati in totale 86.620, pari al 3,33%. In pratica 102 mila studenti hanno abbandonato la scuola italiana in un solo anno scolastico. La dispersione scolastica in Italia, sia nella scuola media che nella superiore, riguarda principalmente i maschi. Secondo il report, abbandonano le scuole medie lo 0,59% dei maschi, contro lo 0,51% delle femmine, divario che cresce alle Superiori (4% dei maschi e 2,6% delle femmine). La dispersione scolastica, inoltre, è più consistente nel Mezzogiorno, dove per la scuola media i tassi più alti si trovano in Sicilia, Calabria e Campania. Per la scuola superiore il quadro è simile, ma con numeri proporzionalmente più alti. Il momento più critico è la transizione tra le medie e le superiori. Nel delicato passaggio tra i due cicli scolastici sono 6.322 gli alunni che hanno abbandonato la scuola, pari all’1,14% di coloro che hanno frequentato il terzo anno della media.
Considerando l’importanza di questa fase della vita per il futuro dei giovani, dunque, quali principi possono guidare l’orientamento scolastico-professionale? «Per non sbagliare, è utile incominciare a visualizzare come sarà utilizzata la scelta fatta. Bisogna farsi domande tipo “Come userò questo percorso? Che impatto positivo avrà nella mia vita?”. È utile anche incominciare ad affrontare in modo attivo i problemi – consiglia lo psicologo -. Se già da ora si notano difficoltà, bisogna cominciare a migliorare sin da subito, evitando di pensare che per il momento ci si possa accontentare. Molte scelte, infatti, funzionano perché ci mettono nelle condizioni di risolvere i problemi, non perché sono perfette. Per coloro che stanno svolgendo attività sportive ad alti livelli, inoltre, è utile che trovino un ambiente che non li contrasti. In questo caso – conclude Pagliariccio -, il consiglio è di esprimere le proprie esigenze e i propri desideri già durante gli Open Day, così da verificare se la scuola in questione è in grado di rispettarli o li svaluta».
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