Riconoscere i primi sintomi è fondamentale per curare la malattia. Il professore Sergio Garbarino, neurologo dell’Università di Genova, ribadisce l’importanza del ruolo del medico generico nel saper individuare i primi segnali
La malattia delle Apnee Ostruttive del Sonno è sempre più una patologia diffusa che merita approfondimenti da parte del mondo scientifico. Sono circa due milioni di italiani che ne soffrono e si stimano casi in aumento. Sul tema interviene un esperto della patologia, il professore Sergio Garbarino, neurologo dell’Università di Genova, membro della Commissione Europea Esperti “apnee-patenti”.
«Il problema della diagnosi tardiva – spiega Garbarino – determina una serie di ostacoli non solo per la macchina sanitaria, ma soprattutto in termini di vivere quotidiano. Infatti, il paziente che soffre di Osas ha, durante il giorno, i riflessi estremamente lenti e questo si ripercuote sia sull’attività lavorativa che alla guida dell’automobile. Oggi ci rendiamo conto che le Apnee Notturne sono a tutti gli effetti una malattia cronica che risponde a tutti i criteri segnalati l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Osas diventa un problema sociale a causa della mancata prevenzione, questa è la battaglia che bisogna vincere»
Osas comporta anche una spesa piuttosto esosa per il SSN. Come ridurre i costi? Inoltre il sistema è in grado, a livello di preparazione dei medici, di fronteggiare l’emergenza?
«È corretto segnalare un documento approvato in conferenza Stato-Regione dove vengono tracciate le linee guida per ogni singola Regione sulle necessità sanitarie. Ovviamente non è sempre possibile stanziare spese aggiuntive, bisogna quindi ottimizzare quello che già esiste all’interno delle strutture ospedaliere e territoriali del SSN. Questa necessità prevede multidisciplinarietà; infatti Osas è una patologia caratterizzata da aspetti che toccano le sfere disciplinari appartenenti a tanti specialisti, questi in sostanza devono saper parlare fra di loro e trovare la soluzione adeguata per ogni singolo paziente. Ma l’arma vincente, peraltro segnalata all’interno del documento, è una prevenzione primaria che deve partire addirittura dall’età pediatrica e dalla formazione e informazione della classe medica. Da non trascurare anche l’informazione al cittadino, che deve sapere riconoscere i primi sintomi. Infatti le Apnee Ostruttive si instaurano subdolamente e lentamente negli anni, quindi è facile non riconoscerle e attribuire il calo delle proprie performance a stanchezza o altre ragioni. Per questo è necessario che ci sia una classe medica attenta a individuare i sintomi sin dall’inizio».