«L’età a rischio è dai due ai sei anni: non trascurate sintomi come l’enuresi notturna e l’irascibilità cronica» l’intervista a Gianluca Corsetti, otorinolaringoiatra
«Il 3% dei bambini soffre di Apnee Ostruttive del Sonno» lo dichiara Gianluca Corsetti, otorinolaringoiatra esperto di disturbi del sonno intervistato da Sanità Informazione.
L’Osas è una patologia diffusa anche nel mondo pediatrico, quali sono le cause prevalenti?
«Le cause prevalenti, quelle che sono più facili da riscontrare, vanno dalle più semplici ipertrofie adenoidee tonsillari fino alle malattie sistemiche. Mi riferisco per esempio a malformazioni cranio-scheletriche oppure a problemi di reflusso-gastroesofageo. Noi otorini affrontiamo prevalentemente l’ipertrofia adenoidea-tonsillare quale causa principale di questo disturbo».
Quali sono le manifestazioni di Osas più tipiche in un bambino?
«Le manifestazioni a cui dovrebbero stare attenti i genitori (che può succedere trascurino inconsapevolmente alcune spie apparentemente non significative), sono sudore notturno particolarmente pronunciato, enuresi, numerosi risvegli durante la fase del sonno, irascibilità e nervosismo costante. In alcuni casi è bene che il genitore faccia attenzione alle coperte del letto: se sono particolarmente scomposte allora può essere il segnale di un sonno disturbato e compulsivo. Altro errore è far dormire il bambino nel letto matrimoniale, magari in mezzo ai genitori: non è una condizione raccomandabile per chi soffre di questi disturbi. Inoltre altro elemento da valutare è l’aspetto morfologico del bambino: il pallore pronunciato o le occhiaie sono caratteristiche peculiari di chi in quella fascia di età ha un problema di Osas».
Ultima domanda: qual è la percentuale in Italia di bambini che soffrono di questa patologia e quali le età a rischio?
«Le casistiche parlano di un 3% di bambini affetti da Osas. I numeri di minori che soffrono di russamento cronico (roncopatici) invece sono più alti».
Per quanto riguarda l’età?
«L’età più a rischio è dai due ai sei anni. Dopo questa fascia di età il bambino inizia a sviluppare la testa e quindi le problematiche meccaniche in relazione allo sviluppo cranio-facciale diminuiscono».
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