Il futuro della sanità è digitale, a testimoniarlo i progetti all’avanguardia del Policlinico Abano Terme e dell’ospedale Vannini di Roma. Nezha (IBM-Apple): «App tecnologiche che agevolano il lavoro dei medici e degli infermieri». Rizzetti (Vannini): «Con tablet e smartphone per i medici meno possibilità d’errore»
Come saranno gli ospedali del futuro? L’evoluzione tecnologica, le strumentazioni all’avanguardia, la digitalizzazione degli archivi, saranno sicuramente gli indiscussi protagonisti. I dati che corrono tra le corsie, mettendo in comunicazione diverse strutture ospedaliere, guadagnano il pollice all’insù degli operatori sanitari che in recenti sondaggi ammettono di desiderare ospedali più all’avanguardia. Nel corso del Forum dell’Innovazione “S@lute 2016” organizzato a Milano di recente, la società canadese Mitel ha presentato i risultati di un’indagine condotta dall’Osservatorio Netics sul tema “Unified Communication & Collaboration in Sanità”. Obiettivo della ricerca era capire quanto fosse importante la tecnologia per medici e infermieri. Secondo i risultati della ricerca, l’interesse degli operatori sarebbe quello di poter utilizzare tecnologie che consentano di comunicare più velocemente tra colleghi, visto che, almeno il 10% del tempo in corsia, si perde cercando qualcuno o facendosi cercare, percentuale che sale al 16% se si parla di segreterie di reparto e sale operatorie.
Ma il futuro non è poi così lontano, almeno per alcune realtà ospedaliere. Parliamo, per esempio, del Policlinico Abano Terme che ha avviato una partnership con IBM per l’implementazione di due app utili a digitalizzare le attività del personale e migliorare l’assistenza ai pazienti. Le App Hospital RN e Hospital Lead, scaricabili su ipad e smartphone, sono utili a migliorare la collaborazione fra i membri dello staff e ad ottimizzare l’efficienza operativa. «L’obiettivo iniziale di questo progetto era creare una struttura di Mobile Solution – spiega Rand Nezha, Mobile Strategy Business Development di IBM+Apple -. La finalità del programma era collegare i dati disponibili con il rischio zero e poterli mettere corretti e in tempi veloci nelle mani dei medici. Questo procedimento, fatto in tempi brevi, consente ai medici di prendere decisioni rapide e intervenire sui pazienti». «Le nostre App si rivolgono ai diversi operatori sanitari – prosegue Nezha -. Infatti, una delle applicazioni si rivolge agli infermieri, serve per la digitalizzazione dei dati e offre la possibilità di monitorare i task inviati al paziente. La seconda App è dedicata ai caposala e serve per bilanciare il carico di lavoro attraverso gli infermieri del reparto e intervenire nei momenti giusti laddove richiesto. L’obiettivo è estendere il servizio anche ai medici e agli amministrativi e creare tante altre applicazioni che comunichino tra di loro».
Ad entrare nel futuro anche l’ospedale Vannini di Roma con il Dossier Sanitario Elettronico (DSE), un database digitale che potenzia ed ottimizza i servizi ospedalieri offerti, consentendo ai medici di visualizzare, attraverso tablet e smartphone, le immagini radiologiche e tutti i precedenti clinici degli assistiti. «La risposta dei medici è stata sicuramente positiva» commenta Antonio Rizzetti, ingegnere e responsabile dei servizi tecnici dell’ospedale. «I vantaggi per il medico sono tanti ma soprattutto poter studiare la storia clinica pregressa del paziente senza possibilità d’errore con un semplice supporto digitale – prosegue Rizzetti -. La possibilità di errore diventa inferiore. È da segnalare che il Vannini è un ospedale di frontiera, dove il numero dei pazienti stranieri spesso supera quello degli italiani. Molto spesso capita che ci siano problemi di comprensione di nomi, cognomi, al posto di una C una K, insomma errori all’apparenza irrisori, ma che poi possono generare confusione per esempio tra cartelle cliniche. Il DSE – conclude – evita questo genere di errori e consente la certezza dell’identificazione della persona. Inoltre, il nostro servizio si avvale anche di un braccialetto elettronico che viene consegnato al paziente e interagisce con il sistema per ulteriore precisione nella digitalizzazione dei dati. Il medico tramite tablet fotografa il braccialetto e automaticamente ha a disposizione tutta la storia clinica del paziente».