Lo ha presentato il senatore M5S Ruggiero Quarto: obiettivo legare la riforma ai fondi del PNRR. «Riorientare il SSN verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza sociosanitaria. Il nostro Ordinamento non può abbandonare i più deboli e non può consentire che questi rinuncino ad una vita dignitosa» spiega il parlamentare Cinque Stelle
Approfittare delle imponenti risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per affrontare il problema delle dipendenze patologiche che affligge un numero crescente di italiani. È l’obiettivo del Disegno di legge presentato da Ruggiero Quarto, senatore del Movimento Cinque Stelle, che sin dal primo articolo, nelle premesse, si prefigge un obiettivo ambizioso: quello di disegnare un Servizio sanitario che metta al centro “la prevenzione e la cura delle dipendenze patologiche garantita a ogni individuo e alla collettività come parte integrante del diritto alla salute”.
Purtroppo, il problema si è allargato con il tempo: non ci sono solo tossicodipendenza e alcolismo a dilagare nella nostra società, ma anche la ludopatia è diventata una vera e propria piaga: coinvolge 1,3 milioni di italiani e l’emergenza Covid non ha affatto migliorato la situazione. La proposta di legge vuole inserirsi nel solco del riassestamento dell’assistenza territoriale che è una delle priorità del PNRR che assegna 7 miliardi di euro alla costruzione di reti di prossimità e allo sviluppo dell’assistenza sanitaria territoriale. «La proposta normativa è una riforma strutturale che potenzia e riorienta il Servizio Sanitario Nazionale verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria, supera la frammentazione e il divario strutturale che da lungo tempo caratterizza i diversi sistemi sanitari regionali» spiega il senatore Quarto.
«È dimostrato che per alcuni soggetti è molto difficile ammettere, prima di tutto a sé stessi, di dover intraprendere un percorso di diagnosi e cura e ciò è ancor più difficile una volta che la dipendenza patologica sia ormai divenuta cronica. Il Disegno di legge predispone nuovi modelli operativi e programmi specifici personalizzati di supporto clinico, psicologico e socioriabilitativo per la prevenzione, la presa in carico e il reinserimento sociale dei soggetti affetti da dipendenze patologiche. Si intende limitare l’incidenza dei fattori di rischio sulla popolazione, specialmente quella più giovane, e supportare i soggetti fragili, mettendo a loro disposizione infrastrutture, servizi, reti di assistenza territoriale e percorsi di reinserimento sociale. È sicuramente questa la strada più giusta da percorrere per garantire ad ognuno uguaglianza sostanziale e pieno riconoscimento della dignità umana».
«Il DDL 2062 si colloca nell’ambito delle auspicate riforme indicate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il miglioramento delle prestazioni del sistema-Italia in termini di tutela della salute e perseguimento degli obiettivi di inclusione e coesione sociale. La proposta normativa è una riforma strutturale che potenzia e ri-orienta il Servizio Sanitario Nazionale verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria, supera la frammentazione e il divario strutturale che da lungo tempo caratterizza i diversi sistemi sanitari regionali e migliora la capacità di integrare i servizi ospedalieri ed i servizi sanitari locali con le famiglie, la rete dei servizi sociali, i privati e gli enti del terzo settore convenzionati».
«Lo “sportello per il cittadino” è un luogo d’incontro fondamentale tra i richiedenti assistenza, i loro familiari e le Istituzioni, il Servizio Sanitario nazionale, le organizzazioni della società civile, nonché gli enti del terzo settore che operano in convenzione. Avrà il compito di contribuire a potenziare l’offerta assistenziale sia in termini di risorse umane, che in termini di fruizione delle infrastrutture. È qui che si attiva la capillare rete di supporto psicologico, clinico e legale in favore dei soggetti deboli e si assistono i potenziali beneficiari e le loro famiglie nel percorso di accettazione della dipendenza patologica».
«I Centri regionali, diffusi capillarmente sul territorio nazionale, avranno il compito di agevolare l’inserimento dei potenziali beneficiari nei percorsi di diagnosi, cura e reinserimento sociale. Questi coordineranno tutte le attività propedeutiche all’accertamento della sussistenza della dipendenza patologica e faciliteranno l’inserimento dei beneficiari nei programmi terapeutici e socioriabilitativi, così garantendo ad ogni singolo individuo la cosiddetta assistenza di prossimità. A garantire, poi, i livelli essenziali delle prestazioni in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale ci sarà l’Osservatorio nazionale per il monitoraggio, prevenzione e cura delle dipendenze patologiche. Quest’ultimo avrà il precipuo compito di indirizzare la politica sanitaria nazionale e territoriale in tema di dipendenze patologiche individuando in primo luogo le migliori pratiche e predisponendo, in secondo luogo, le linee guida cui dovranno attenersi tutti i Centri regionali e le strutture convenzionate con il SSN. Il nostro Ordinamento non può abbandonare i più deboli e non può consentire che questi rinuncino ad una vita dignitosa. Auspico pertanto una piena condivisione delle presenti disposizioni per la prevenzione e cura delle dipendenze patologiche per una società più giusta e più equa, che punti allo sviluppo del Paese».
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