Il medico, membro del direttivo della onlus, spiega i progetti futuri: «Saremo vicini agli ultimi, ai più deboli». Tra i progetti realizzati “Il Giardino” a Palermo, che coinvolge 60 bambini e 30 ragazzi, pensato per ridurre la povertà educativa dei minori coinvolti attraverso sport, arte e musica
La Sanità di Frontiera in primis. Ma non solo. L’Osservatorio Internazionale per la Salute ha riunito il direttivo per fissare le prossime attività e come sempre attenzione particolare sarà destinata al fenomeno della migrazione, partendo dalla considerazione che l’Europa si trova spesso impreparata alla gestione del fenomeno e alla fornitura di servizi sociali e prestazioni sanitarie adeguate alla presenza di mondi, culture, credi e contesti locali diversi.
Ma la sanità di frontiera è anche quella dei quartieri di periferia delle nostre città dove le cure primarie spesso sono un miraggio e dunque Ois si dedicherà anche a poveri e emarginati ormai sempre più numerosi in Italia. Tra le iniziative già partite, Il Giardino a Palermo, che coinvolge 60 bambini e 30 ragazzi, pensato per ridurre la povertà educativa dei minori coinvolti attraverso sport, arte e musica. O l’unità mobile a San Ferdinando e nella Piana di Gioia Tauro, che ha fornito assistenza medico-sanitaria ed orientamento socio-legale e sui diritti del lavoro ai braccianti stranieri che lavorano nella zona. «Papa Francesco ci segue passo passo, siamo molto motivati e faremo sempre di più nei confronti di queste persone», spiega a Sanità Informazione Pietro Bartolo membro del direttivo di Ois e noto per essere, dal 1992, il responsabile delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa.
Dottor Bartolo, l’Osservatorio è molto attivo per quanto riguarda il fronte dell’immigrazione, l’accoglienza e la formazione di medici e operatori sanitari. Qual è il bilancio di questi anni di attività e quali sono le prospettive future?
«Devo dire che Ois è una istituzione abbastanza giovane. Siamo partiti con la Sanità di Frontiera e facendo formazione nei confronti di tutti quelli che approcciano al fenomeno dell’immigrazione, medici e non, con risultati veramente straordinari. Sono tanti i progetti che Ois sta portando avanti tutti rivolti verso quella che è l’assistenza sanitaria e non nei confronti di queste persone che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo. Certamente ci sono dei risultati incoraggianti, abbiamo avuto dei finanziamenti, abbiamo avuto un’attenzione particolare da parte di una persona che noi abbiamo nel cuore che è Papa Francesco che ci segue passo passo e di conseguenza siamo molto motivati e faremo sempre di più nei confronti di queste persone. Ois si dedica non solo ai migranti ma anche agli ultimi, ai più deboli. Per noi questo è molto importante perché esistono i migranti ma esistono anche i nostri poveri che hanno bisogno del nostro sguardo e della nostra attenzione».
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