Il progetto permettere ai prematuri di imparare a nutrirsi senza sondino, così da andare a casa in tempi più rapidi di quanto non accada oggi. La vicedirettrice della Patologia e terapia intensiva neonatale: «Verranno applicati degli indici che si rifanno a delle scale adottate appunto negli Stati Uniti, per offrire stimoli ai piccoli e permettere loro di imparare a deglutire e dunque a nutrirsi in autonomia»
Con il progetto “Valutazione della deglutizione nei neonati prematuri” la terapia intensiva neonatale del presidio ospedaliero Macedonio Melloni di Milano sarà la prima a fornire un servizio di logopedia della deglutizione e di osteopatia per i nati prematuri.
Un progetto innovativo già presente negli Stati Uniti e che vedrà la luce a fine febbraio per permettere ai prematuri di imparare a nutrirsi senza sondino, così da andare a casa in tempi più rapidi di quanto non accada oggi.
«La nutrizione autonoma – spiega la dottoressa Silvia Di Chio, vicedirettrice della Patologia e terapia intensiva neonatale del Macedonio Melloni – rappresenta uno dei principali problemi dei prematuri costretti a rimanere per lunghi periodi nel reparto, fino alla completa autonomia alimentare dal sondino. Con questo programma, portato nella nostra struttura dalla dottoressa Denise Pighetti, logopedista deglutologa in tirocinio volontario presso la terapia intensiva neonatale del presidio ospedaliero Macedonio Melloni dal dicembre 2017, verranno applicati degli indici che si rifanno a delle scale adottate appunto negli Stati Uniti, per offrire stimoli ai piccoli e permettere loro di imparare a deglutire e dunque a nutrirsi in autonomia. Per poter arrivare all’obiettivo, il progetto prevede la piena collaborazione tra logopedista deglutologa ed osteopata che avrà il compito, attraverso piccoli massaggi, di stimolare lo sviluppo degli organi dei prematuri».
Per il reparto di terapia intensiva neonatale del presidio ospedaliero Macedonio Melloni, che conta 10 medici e 34 infermiere professionali, la figura dell’osteopata, come della logopedista deglutologa, rappresenta una soluzione innovativa, oltre che una eccellenza ed una peculiarità rispetto alle altre terapie intensive neonatali. «Con dei piccoli tocchi e lievi massaggi – racconta Fabrizio Picciolo, osteopata in servizio dal mese di ottobre presso l’istituto Melloni – intervengo su piccole patologie: dal capo reclinato, al piede valgo, fino al diaframma per trattare insufficienze respiratorie». Se la figura dell’osteopata non è secondaria anche nel ruolo delle mamme, dapprima per la preparazione al parto e poi per la stimolazione della montata lattea, sicuramente l’eccellenza della terapia intensiva neonatale del presidio ospedaliero Macedonio Melloni passa attraverso il lavoro quotidiano e capillare di medici ed infermieri, professionisti veri punti di forza del reparto. «Esiste una bella miscela tra giovani ed anziani – conclude Di Chio – un mix di esperienza ed innovazione che viene costruito in un percorso di formazione interno con il raggiungimento di obiettivi».
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