Salute 18 Giugno 2018 09:55

Ostetricia: quando gli uomini sono una minoranza. Le storie di due professionisti al vertice di un mestiere ‘rosa’

Elio Lopresti e Michele Trinchese sono 2 dei 300 ostetrici italiani a fronte di 22mila donne che svolgono la professione. «Una scelta in controtendenza ma non ci sentiamo discriminati, anzi»

di Isabella Faggiano
Ostetricia: quando gli uomini sono una minoranza. Le storie di due professionisti al vertice di un mestiere ‘rosa’

Elio Lopresti, 49 anni, siciliano. Michele Trinchese, 33 anni, campano. Due storie di vita diverse, due generazioni distanti, ma unite da una passione comune: il “mistero” della nascita. Un amore che li ha spinti controcorrente fino a diventare due dei 300 ostetrici uomini presenti su tutto il territorio nazionale. Una cifra minuscola se paragonata a quella delle colleghe del gentil sesso: le iscritte ai vari ordini provinciali della Penisola sono ben 22 mila.

LEGGI ANCHE: TUMORI GINECOLOGICI, LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIRURGIA MININVASIVA

Elio Lopresti e Michele Trinchese non rappresentano il genere maschile solo tra le corsie ospedaliere, ma hanno sradicato il concetto di una presenza “tutta al femminile” anche tra i vertici degli Ordini provinciali. Lopresti ci è riuscito da quasi 20 anni: dirige quello di Palermo dal 2000. Michele Trinchese, invece, è stato eletto Presidente a Caserta da poco. Una vera soddisfazione per il giovane ostetrico: «Sono riuscito ad entrare a far parte di un organigramma storicamente composto da sole donne – ha sottolineato Trinchese –  addirittura conquistandone la presidenza».

Michele Trinchese, nato ad Avellino nel febbraio del 1985, si è laureato da 9 anni, dopo aver già conseguito una laurea in zootecnia: «Aiutavo mia sorella minore a preparare i test di ammissione alla facoltà di ostetricia – ha spiegato il giovane – ed ho sentito una sorta “di chiamata”». Anche per Elio Lopresti sì è trattato di una vocazione. Una passione che li ha aiutati a non arrendersi mai, neanche nei momenti più difficili.

Per entrambi l’accesso al modo del lavoro, nonostante la differenza anagrafica, è stato un percorso in salita. Michele Trinchese, dopo diversi anni di volontario, ha fatto la valigia per cercare fortuna all’estero: «Sono andato in Inghilterra perché in Italia, a 5 anni dalla laurea – ha spiegato il presidente dell’Ordine di Caserta – non riuscivo a trovare un impiego retribuito. Ho lavorato in Inghilterra per due anni e, nonostante la mia sia stata una scelta obbligata, è proprio grazie a questa che sono riuscito ad ottenere una vera maturazione professionale, attraverso i consigli e la supervisione di un’ostetrica “senior”. Ho potuto lavorare in un ambiente totalmente meritocratico: ogni fine anno venivano assegnati anche dei premi per “il miglior contatto con la paziente”, “il miglior parto naturale” o “la migliore assistenza al parto cesareo”».

LEGGI ANCHE: OSTETRICIA, VICARIO (FNOPO): «REVISIONARE PERCORSO FORMATIVO. VOGLIAMO UN CORSO DI LAUREA QUINQUENNALE

Le difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro di Michele Trinchese non sono solo frutto della crisi economica dei nostri tempi. Anche Elio Lopresti, che all’attività professionale si è affacciato nei primi anni ’90, ha dovuto affrontare molte resistenze: «Lavoro da 25 anni – ha detto Lopresti – ma ho ottenuto un impiego fisso solo negli ultimi 10. Avrei potuto trovare una stabilità lavorativa molto prima, ma solo rinunciando alla mia vocazione di ostetrico. Ho preferito la precarietà all’abbandono di una passione».

Ma è proprio vero che dalle difficoltà s’impara: entrambi gli ostetrici hanno fatto tesoro delle problematiche affrontate, maturando proposte in grado di migliorare le condizioni della categoria professionale. Innanzitutto, modificherebbero qualche aspetto della formazione. «Lavorare all’estero – ha spiegato Trinchese – è stata un’esperienza talmente formativa, che  dovrebbe essere estesa a tutti i laureandi». Anche Elio Lopresti sul tema formazione ha le idee molto chiare, soprattutto da quando ha lasciato la sala parto per diventare docente del corso di laurea in Ostetricia all’Università di Palermo. A contatto con gli studenti ha capito che molti sono spaventati «dalle troppe responsabilità affidate a questa categoria professionale. Responsabilità – ha detto – del tutto sproporzionate alla remunerazione economica. Per non parlare della difficoltà di accesso al mondo del lavoro: i posti disponibili sono troppo pochi rispetto alle richieste dei neolaureati».

Tutte difficoltà che s’incontrano a prescindere dal sesso. Nel rapporto con le pazienti, invece, qualche differenza di genere c’è, ma per entrambi è solo “una questione di approccio”. «Dobbiamo superare il primo impatto – ha spiegato Trinchese –  Entrando nella stanza in punta di piedi, chiedendo il permesso. Poi, trascorsi i primi minuti, la diffidenza cade. Ho sempre avuto la sensazione di riuscire a far dimenticare che io fossi un maschio, sia alle pazienti che alle mie colleghe». Anche Lopresti, ostetrico con qualche anno in più di esperienza sulle spalle, entrato nel mondo del lavoro quando gli ostetrici erano probabilmente molto meno di 300, non ci sono state particolari diffidenze da superare: «nessuna donna ha mai manifestato un malcontento vedendomi. L’importante – ha aggiunto – è avvicinarsi nel modo giusto, con rispetto, senza invadere l’intimità».

Soddisfazione e contentezza di poter svolgere, ogni giorno, il lavoro che amano: sono queste le emozioni che emergono dalla voce di entrambi quando raccontano del loro passato e del loro presente. Anche parlando del futuro dimostrano entusiasmo, ma più che dei progetti personali preferiscono puntare l’attenzione sulle nuove sfide che dovranno affrontare tutti i professionisti della categoria, maschi o femmine che siano.

LEGGI ANCHE: GINECOLOGIA, QUANTO CONTA IL DIALOGO CON LE PAZIENTI. A RACCONTARLO UNA GIOVANE SPECIALIZZANDA

«Ognuno di noi – hanno sottolineato Lopresti e Trinchese – deve impegnarsi per ottenere un ruolo importante anche al di fuori della sala parto. Le ostetriche e gli ostetrici dovranno lavorare al fianco dei medici di medicina generale, dovranno essere presenti in ogni ambulatorio, seguendo quella strada già inaugurata  dall’ostetrico di famiglia e di comunità. Un professionista che si forma per la donna e che pertanto – hanno concluso – è in grado di assisterla in ogni fase della sua vita».

 

Articoli correlati
Il ruolo della professione ostetrica per la prevenzione: dall’autopalpazione del seno al pap test
Finale (FNOPO): «Nella pratica osserviamo il Piano Nazionale di prevenzione 2020-25, mettendo in atto tutte le direttive che le Regioni declinano localmente ed offriamo alle donne gli strumenti necessari affinché possano tutelare la propria salute attraverso azioni di prevenzione»
Formazione professioni sanitarie, FNOPO: «Ddl Boldrini non rispecchia nostre necessità»
La Presidente Vaccari: «Se il testo del DDL intende essere una riforma tout court di tutte le professioni sanitarie, ribadiamo con forza la sua inadeguatezza poiché non rispetta né rispecchia le specificità di tutte le professioni citate né la normativa vigente»
Inositolo, Vittorio Unfer primo al mondo per gli studi sulla molecola che aiuta la fertilità
Il ginecologo: «Stiamo testando il dichiositolo, in grado di riequilibrare il testosterone sia negli uomini che nelle donne. Puntiamo ad una medicina personalizzata»
di Isabella Faggiano
Punti nascita, la voce di ginecologi e ostetriche: «Ridurli non peggiora l’assistenza»
A Sanità Informazione, la presidente AOGOI, Elsa Viora, e la presidente della FNOPO, Silvia Vaccari, commentano le parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, sulla possibile rimodulazione dei punti nascita in Italia
di Isabella Faggiano
Partorire in Italia, quali punti su cui lavorare ancora? Partoanalgesia, parto a domicilio e violenza ostetrica
L'appello di ginecologi e ostetrici: «Investire sul personale per favorire il rapporto one to one e il ripristino dell’alleanza terapeutica»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...