Nelle prime settimane recapitate già 900 mila notifiche dall’Agenzia delle Entrate, molte le contestazioni all’ATS di riferimento da parte di chi ha l’esenzione, chi è stato vaccinato all’estero e chi è finito nella morsa della burocrazia. Avvocato Granara: «Possibile il ricorso al Giudice di pace, ma non conviene»
La “caccia alle streghe” è partita lo scorso 4 aprile e già nelle prime settimane sono oltre 900 mila le notifiche di sanzione recapitate agli over 50 non vaccinati per i quali dallo scorso febbraio è previsto l’obbligo vaccinale. In totale si stima che saranno oltre due milioni ad essere raggiunti dal provvedimento perché non presenti nel database vaccinale del Ministero della Salute senza un certificato di esonero riconosciuto.
Per i renitenti è prevista una multa una tantum di 100 euro. Ad essere raggiunti dal provvedimento saranno gli over 50 che non hanno iniziato, o completato, il ciclo vaccinale. Saranno esentati invece coloro ai quali è stato riconosciuto l’esonero o hanno superato il Covid nei 6 mesi antecedenti l’entrata in vigore dell’obbligatorietà della vaccinazione. Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate sarà recapitato a mezzo raccomandata o via pec.
Una volta raggiunti dal provvedimento gli over 50 non vaccinati e multati avranno 10 giorni di tempo per contestarlo presso le Asl di riferimento. Nelle grandi città, come Milano – dove nei primi venti giorni di aprile sono state oltre 90 mila le missive recapitate – sono stati predisposti degli sportelli nei principali ospedali. Niguarda, Fatebenefratelli e Asst Santi Paolo e Carlo, dove un medico responsabile dei servizi territoriali e un medico legale avranno il compito di verificare le contestazioni.
Tra i primi ad avanzare un reclamo i cittadini vaccinati all’estero e chi ha fatto la dose mancante per completare il ciclo pochi giorni dopo il 1° febbraio (data fissata come inizio dell’obbligatorietà), ma che ovviamente aveva già programmato la vaccinazione nei giorni precedenti. In questi casi i cittadini vengono inseriti in un data base dedicato dell’Agenzia delle Entrate e viene interrotta la procedura che porterebbe alla sanzione.
Differente il caso di chi ha una esenzione non registrata o chi si è trovato stritolato nelle maglie della burocrazia tra l’obbligo vaccinale partito il 1° febbraio e la riduzione del green pass da nove a sei mesi. I malcapitati si sono trovati infatti scoperti loro malgrado e oggi inseguiti dal provvedimento sanzionatorio. In questi casi, se le motivazioni non vengono ritenute valide, l’iter per portare a termine la sanzione proseguirà senza darne comunicazione al cittadino che entro i tre mesi successivi riceverà un avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. In pratica verrà notificata via pec o raccomandata la multa da pagare.
Per evitare di pagare la multa da 100 euro, dunque, gli over 50 non vaccinati dovranno produrre al Fisco e all’Asl di competenza, un certificato di esenzione rilasciato dal medico di base o da uno specialista che attesti il rischio oggettivo del paziente in caso di inoculazione del vaccino.
La seconda strada percorribile per opporsi alla sanzione è fare ricorso al Giudice di pace entro trenta giorni dalla ricezione dell’avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. In questo caso l’Avvocatura dello Stato assumerà il patrocinio dell’ente riscossore (Agenzia delle Entrate) e il cittadino dovrà dimostrare di essere esonerato dalla vaccinazione obbligatoria, presentando una relazione redatta da un consulente di parte (medico). Il Giudice di pace nominerà un CTU, ossia un consulente tecnico d’ufficio i cui costi saranno anticipati dal ricorrente e che andranno ad aggiungersi ai 43 euro del contributo unificato per l’avvio del giudizio. A questo punto l’importo che il cittadino over 50 no Vax dovrà sostenere sarà superiore ai 100 euro di multa e la battaglia, sul piano economico, non avrà più ragione di esistere.
«Premesso che il 95% di chi non ha fatto il vaccino aveva paura e solo una piccola percentuale era spinto da altre motivazioni – spiega l’avvocato Daniele Granara, docente di diritto costituzionale a Genova e Urbino – ritengo che un ricorso al Giudice di pace, in questa circostanza, non porti a nulla. Nella sua unicità, rappresenta una tantum che esclude ogni altra conseguenza, come se la mancata vaccinazione fosse equiparabile ad una infrazione della strada, ma anche perché il sistema su questo punto non può permettersi falle e se anche qualche Giudice di pace avesse il coraggio di annullare le sanzioni, ci sarebbe il probabilissimo ribaltamento in appello. Quindi da avvocato che ha affrontato questi aspetti dico che fare ricorso non conviene e chi lo fa deve sapere che è solo per una questione ideologica, legittima, ma deve esserne consapevole, perché è una posizione molto difficile da sostenere in giudizio».
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