Salute 13 Settembre 2021 15:33

Parkinson, il neurochirurgo: «Trattamento personalizzato con pacemaker cerebrale di ultima generazione»

Lo specialista: «Questo generatore di impulsi è dotato di elettrodi direzionali che, inseriti con intervento chirurgico, stimolano solo un preciso versante del nucleo cerebrale, riducendo al minimo gli effetti collaterali»

di Isabella Faggiano
Parkinson, il neurochirurgo: «Trattamento personalizzato con pacemaker cerebrale di ultima generazione»

Quando anche a riposo il corpo trema, gli arti si irrigidiscono, i movimenti automatici sono molto più lenti del normale, la postura è instabile e nessun farmaco riesce a migliorare i sintomi tipici di una malattia di Parkinson in stato avanzato, non tutte le speranze sono perdute.

«È possibile ricorrere all’utilizzo del pacemaker cerebrale – dice Francesco Abbate, neurochirurgo all’ospedale de L’Aquila -, un generatore di impulsi collegato a degli elettrodi che vengono inseriti, attraverso intervento chirurgico, in nuclei ben definiti dell’encefalo (soprattutto quello subtalamico, mono e bilateralmente). Gli stimoli sono controllati da un generatore esterno che ne permette adattamento e modifica».

Parkinson e pacemaker cerebrale, trattamento personalizzato

Non è il pacemaker cerebrale in sé a rappresentare l’innovazione introdotta all’ospedale aquilano ed in altri pochi nosocomi italiani, tra cui Padova, Bologna, Bergamo, Novara, Milano e Pavia. Il valore aggiunto è rappresentato dalla tecnologia utilizzata, molto più all’avanguardia rispetto a quella finora diffusa, che consente di personalizzare la cura rilevando i segnali celebrali.

«Il pacemaker cerebrale è stato introdotto trent’anni fa, da circa due decenni in Italia – aggiunge lo specialista -. Se le strumentazione utilizzate fino a qualche anno fa permettevano di tarare solo alcuni parametri, quelle di ultima generazione sono dotati di elettrodi direzionali che permettono di stimolare un preciso versante del nucleo, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Stimolatori ancora più sofisticati riescono a registrare l’attività elettrica cerebrale, fondamentale sia per valutare a breve, medio e lungo termine l’evoluzione della malattia, sia per permettere di adeguare la stimolazione e l’eventuale terapia farmacologia associata».

Chi può utilizzare il pacemaker cerebrale

«I pazienti eleggibili sono quelli che presentano una malattia refrattaria a qualsiasi trattamento farmacologico, ammalati da almeno 5-10 anni e con un’età non superiore ai 70 anni», dice Abbate. Gli studi condotti hanno dimostrato che la stimolazione cerebrale profonda eseguita con questo sistema è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite i farmaci.

«È una grande soddisfazione – dice Abbate – osservare con i propri occhi i risultati che riusciamo a raggiungere attraverso questo tipo di generatore. Il nostro ospedale ha puntato molto sull’innovazione e sapere che abbiamo investito nella direzione giusta è gratificante. Anche dalle altre regioni italiane ci arrivano incoraggianti feedback positivi. È ovvio che la forza che ci spinge a continuare in questo complesso campo della neurochirurgia è – conclude – constatare di restituire ai nostri pazienti una qualità di vita ed un’autonomia quotidiana soddisfacenti».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Alzheimer: regolare i livelli di dopamina riduce i sintomi nelle prime fasi della malattia
Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nell'Alzheimer
Parkinson: scoperta una delle cause scatenanti
Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Northwestern University suggerisce che un disfunzionamento nelle sinapsi dei neuroni – i minuscoli spazi attraverso i quali un neurone può inviare un impulso a un altro neurone – provoca deficit di dopamina e precede la neurodegenerazione
Morbo di Parkinson, le associazioni chiedono multidisciplinarietà e burocrazia più veloce
Giulia Quaglini, vice presidente di Parkinson Italia, spiega: «Le difficoltà nel mondo del lavoro e nel campo degli affetti creano nella persona uno stato di depressione, di ansia. Per questo non è facile convivere con la malattia». Per i pazienti diverse sono le priorità: assicurare una presa in carico multidisciplinare, migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver, alleviare l’impatto psicologico 
Calciatori professionisti più a rischio demenza e Alzheimer. «Salvi» invece i portieri…
Giocare a calcio ad alti livelli aumenta di una volta e mezza il rischio di sviluppare la demenza. Ma questo non vale per i portieri. A dimostrarlo è stato uno studio condotto in Svezia dal Karolinska Institute, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health
Il caffè aiuta a prevenire e a rallentare il Parkinson
Secondo uno studio realizzato dai neurologi della Società italiana di Neurologia e diretto dal professor Giovanni Defazio dell’Università di Cagliari, un consumo moderato di caffè è in grado di ritardare l’esordio della malattia e di indurre una più lenta evoluzione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"