Un progetto del ministero della Salute di divulgazione scientifica e sanitaria. Flavia Riccardo, epidemiologa dell’Iss, spiega perché è un’opportunità da non sottovalutare
Tra danze esuberanti e video divertenti dedicare un’ora a informarsi correttamente su Covid-19, sempre rimanendo su Tik Tok. L’iniziativa del ministero della Salute per comunicare con i giovanissimi è partita con il suo primo appuntamento. “Parliamo di Covid-19” è un live-talk condotto dall’influencer e divulgatore Federico Rognoni (@ronisbook), in dialogo con la dottoressa Flavia Riccardo, epidemiologa e ricercatrice del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
Riccardo, dal suo account personale (@friccardo), ha risposto ai dubbi espressi dai ragazzi sui canali dell’influencer o direttamente durante la live. Sanità Informazione l’ha raggiunta per parlare dei risultati di questa esperienza. «Il ministero della Salute – ha detto – in collaborazione con l’Iss e Tik Tok, ha voluto raggiungere una fetta di popolazione che in questo momento ha tante domande».
I più giovani sono stati risparmiati dalle forme più gravi di infezione da Sars-CoV-2. Ma non dagli effetti psicologici della pandemia. Dal lockdown fino al distanziamento, la loro vita è cambiata e non sempre a tutto si è trovata una spiegazione. «Hanno vissuto una realtà anomala quest’anno – ha spiegato la ricercatrice – con un impatto importante sulle loro abitudini, ma non sempre è stato chiaro a tutti cosa stesse succedendo».
Un’intervista molto lunga e approfondita per Riccardo, forse la più dettagliata che abbia rilasciato. A testimoniare che c’è tanta sete di sapere nella Generazione Z, se si usa il canale giusto. «Tante domande intelligenti e mai banali che hanno permesso di approfondire – ha confermato Riccardo -. Si è spaziato dalle caratteristiche del virus all’andamento della malattia fino alla riapertura delle scuole, ma l’argomento che ha interessato di più i ragazzi è stato lo sviluppo del vaccino e la vaccinazione in generale. Per me è stato molto bello parlare con Federico Rognoni, è stato possibile affrontare tanti argomenti di attualità nel campo della ricerca scientifica».
Si è trattato di un esperimento, perché mai come adesso è importante veicolare messaggi di sanità pubblica con un raggio d’azione più ampio possibile. Senza temere di scontrarsi con nuove piattaforme. Al centro della missione della ricercatrice, e di tutto il progetto, c’era la necessità di «dare un senso allo sforzo che ancora viene chiesto a tutti». «Ai ragazzi – ha proseguito – abbiamo chiesto distanziamento fisico, lavaggio delle mani, mascherine e rispetto delle norme. Ora è essenziale raccontare e comprendere meglio ciò che sta succedendo e gli strumenti che abbiamo per combattere l’epidemia di Covid-19 in modo da capire il perché di tante regole e raccomandazioni. Con la consapevolezza applicare le regole diventa più semplice». Non solo un «senso di obbedienza», ma un «senso di protezione verso amici e parenti» per rimettere al centro «la responsabilità condivisa nel rispondere all’epidemia».
Sul successo dell’iniziativa cambiano i parametri. Alla dottoressa sono arrivate tante richieste di follow su Tik Tok e, a distanza di una settimana dal primo appuntamento, continuano ad arrivare. «Lo considererei un segno di interesse verso il progetto – ha detto – ed è incoraggiante verso idee alternative come questa». Anche un modo per portare la scienza fuori dai siti specialistici o dai media tradizionali, per scoprire che la divulgazione scientifica e l’educazione sanitaria possono passare attraverso un nuovo format.
«Un’epidemia è qualcosa che ci tocca tutti – la riflessione dell’epidemiologa – e le istituzioni hanno l’opportunità di coinvolgere la popolazione. Spero che Tik Tok diventi un’alternativa per far interagire giovanissimi ed esperti, fuori da ambienti troppo formali». In modo da condividere come si prendono le decisioni e cosa spinge anche ad aggiornare certe raccomandazioni, dopo mesi di studi.
Veicolare attraverso una piattaforma che è di intrattenimento prodotti di informazione non è facile, ovviamente. Bisogna valutarne l’accoglienza, seguendo le dinamiche fluide che da sempre caratterizzano i social. Per la dottoressa Riccardo non si sono dubbi: «Resta un’opportunità da cogliere per essere tutti più vicini nel momento in cui si deve affrontare un’esperienza come quella della pandemia».
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