Salute 5 Novembre 2018 11:48

Partoanalgesia, in Italia garantita al 20% delle donne. Astuto (Siaarti): «Evitare il dolore non necessario è sinonimo di civiltà»

L’analgesia in travaglio è stata introdotta nei Lea  il 18 marzo 2017, ma  la situazione nazionale non si è modificata: «Le regioni,  delegate all’applicazione delle indicazioni del piano sanitario nazionale – ha spiegato l’anestesista  – non hanno provveduto ai Drg (Raggruppamenti omogenei di diagnosi)»

di Isabella Faggiano
Partoanalgesia, in Italia garantita al 20% delle donne. Astuto (Siaarti): «Evitare il dolore non necessario è sinonimo di civiltà»

«Evitare il dolore laddove non necessario provarlo è sintomo di civiltà». Per questo, Marinella Astuto, anestesista, direttrice della scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell’università di Catania e responsabile Area Materno-Infantile della Siaarti, la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia, si schiera, accanto ad altri colleghi, affinché la partoanalgesia diventi un reale diritto per tutte le donne.

Secondo i più recenti dati diffusi dalla stessa Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia, le partorienti che possano usufruire di un’analgesia in travaglio, gratuita e istituzionalmente garantita 24 ore al giorno, non superano il 20%. «E questo – ha sottolineato la professoressa Astuto – nonostante l’analgesia sia stata introdotta nei Lea il 18 marzo 2017».

LEGGI ANCHE: PUERICULTRICI, UN MESTIERE IN VIA DI ESTINZIONE. SILVANA PARISI: «MAMME HANNO BISOGNO DI AIUTO COME 80 ANNI FA. SERVONO PERCORSI DI LAUREA AD HOC»

Il parto indolore è una pratica diffusa in Italia sin dai primi anni ’80, ma questi quasi 40 anni di storia, probabilmente, non sono bastati a sfatare falsi miti ed errate credenze: «Chiariamo subito – ha detto la responsabile dell’area Materno-Infantile della Siaati –  che la partoanalgesia non comporta rischi aggiuntivi per la madre e il suo bambino. Le conseguenze sono quelle a cui andrebbe incontro chiunque si sottoponga ad un’anestesia epidurale e, quindi, un possibile blocco loco-regionale. È possibile praticarla in qualsiasi momento del travaglio, dall’inizio delle contrazioni fino a prima che cominci la fase espulsiva. Inoltre, non è stato scientificamente dimostrato che questa anestesia possa comportare un ritardo della dilatazione o un allungamento del travaglio. E –  ha aggiunto l’esperta –  seppure dovesse accadere, questo aumento dei tempi non sarebbe sintomo di inefficienza, non creerebbe complicazioni al parto».

In altre parole, la professoressa Astuto è convinta che mettendo sulla bilancia i rischi e i benefici dell’analgesia in travaglio l’ago tenderebbe a favore di questi ultimi. E allora perché la sua diffusione stenta a decollare? «Innanzitutto per la carenza di anestesisti – ha precisato l’anestesista -. Il numero di specialisti è insufficiente nei punti nascita, così come in molti altri reparti. Poi, nelle strutture dove il numero di parti non supera i 500 all’anno non è prevista la presenza di un’anestesista di guardia, figura assicurata solo laddove si superano le mille nascite. Terzo problema: non sempre esiste una sinergia con il resto del personale. Ci sono ostetriche che non accettano di buon grado la partoanalgesia. E più di recente, nonostante l’approvazione dei nuovi Lea, la situazione nazionale non è cambiata, in quanto, le regioni delegate all’applicazione delle indicazioni del piano sanitario nazionale, non hanno attuato il Drg (Raggruppamenti omogenei di diagnosi)».

Per la professoressa Astuto sono diverse le soluzioni possibili per modificare la situazione attuale: «Raggruppare, laddove geograficamente possibile, i punti nascita così da creare strutture con un  numero di parti superiori ai mille e – ha aggiunto la responsabile Siaarti – rendere obbligatoria la presenza di un anestesista 24 ore su 24».

Poi investire, oltre che sulle risorse umane, anche sulla comunicazione. «La stessa Siaarti ha deciso di puntare su una diffusione capillare di queste informazioni, istituendo da quest’anno l’area Materno-infantile che presiedo. Un lavoro – ha detto Astuto – che dovrà necessariamente coinvolgere anche ginecologi e ostetrici: sono loro ad avere un rapporto di fiducia con la donna e, pertanto, i professionisti più indicati ad informarla sui benefici della partoanalgesia. Allo stesso tempo, gli anestesisti potrebbero conquistare un ruolo accanto alla neomamme prevedendo la loro presenza durante i corsi preparto».

Di strada da fare ce n’è, «ma – ha assicurato la professoressa – l’Italia non è fanalino di coda rispetto agli altri Paesi d’Europa».  Ed anzi, impegnarsi per non restare indietro potrebbe contribuire a migliorare la posizione della Nazione in altri ambiti dove si è ancora troppo poco virtuosi. È il caso dei parti cesarei che, in Italia, superano il 30% , cifra molto al di sopra dei limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. «La partoanalgesia ridurrebbe di molto anche il ricorso al parto cesareo – ha assicurato l’anestesista -. Perché, oggi, ci sono molte donne che scelgono il bisturi proprio per la paura di soffrire. Paura che potrebbe essere superata e soprattutto evitata – ha concluso Astuto –  con un accesso alla analgesia in travaglio garantita per diritto a tutte le donne, in qualunque luogo d’Italia».

 

Articoli correlati
Diabete. Fand ai medici di famiglia: “Applicare la Nota 100 di Aifa”
I diabetologi denunciano la “mancata applicazione di quanto previsto in materia di compilazione del Piano Terapeutico da parte dei medici di medicina generale sul territorio sta provocando disagi ai pazienti” e invitano Fimmg e Simg a vigilare sui propri iscritti
di Redazione Sics
L’Intelligenza artificiale conquista l’Healthcare: cresce l’impiego in ricerca, diagnosi e cura
In occasione della Milano digital Week confronto tra protagonisti di design, Ai e digitale sull’impiego in sanità. Dalle app che dialogano con i pazienti, ai software che fanno interagire le strutture sanitarie, ma resta aperto il quesito sul consenso dei dati
Scandalo ginnastica ritmica. L’esperto: «La dieta degli atleti sia elaborata insieme al nutrizionista»
A parlare è il dott. Emilio Buono, nutrizionista sportivo di campioni d’élite e formatore professionale. Dal 1° novembre online il nuovo corso Consulcesi sul tema della nutrizione nello sport
Scandalo ginnastica ritmica, il monito dei medici: «Non sottovalutare i rischi della triade dell’atleta»
Gli specialisti di Medicina dello sport dell'Auxologico Irccs invitano genitori e tecnici a non sottovalutare magrezza, amenorrea e osteoporosi che possono creare danni immediati e a lungo termine oltre ai traumi psicologici che possono provocare anoressia e bulimia
Malaria in Africa: perché la maggior parte dei paesi non l’ha ancora sconfitta?
La malaria rimane una delle malattie parassitarie più devastanti che colpiscono gli esseri umani. Nel 2020 si sono registrati circa 241 milioni di casi e 672.000 decessi
di Stefano Piazza
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...