Vicario (FNOPO): «Il parto completamente indolore è causato da incontinenza cervico-istmica e raccorciamento uterino, che predispongono anche a poliabortività e parti pretermine»
“Partorirai con dolore”, ammonisce la Bibbia. Ma nella realtà non è sempre così. E non solo per i progressi nel campo della partoanalgesia; a volte, semplicemente, si partorisce senza doglie e senza fatica nella fase espulsiva. In poche parole, senza accorgersene. È sicuramente il caso della giovane donna di Frosinone, che qualche notte fa ha dato alla luce il suo secondogenito nel suo letto, mentre dormiva. Al risveglio, si è ritrovata il bambino sul letto e ha ovviamente allertato il 118, il quale, per fortuna, ha constatato il buono stato di salute di entrambi, successivamente ricoverati all’ospedale “Spaziani” in via precauzionale.
Un caso che ha fatto notizia per la sua eccezionalità. Ma quanto è effettivamente frequente partorire in questo modo? Da quali fattori dipende? Rientra comunque nella fisiologia oppure, a dispetto del fatto di non soffrire, è comunque una modalità non auspicabile? Abbiamo voluto saperne di più con l’aiuto della dottoressa Maria Vicario, presidente della Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO).
«È sicuramente un evento molto raro – commenta Vicario ai nostri microfoni – ma non impossibile nei parti successivi al primo. In alcune donne, a seguito del primo parto, permane una dilatazione passiva, cioè un raccorciamento parafisiologico del collo dell’utero, che fa sì che la partoriente avverta sì i prodromi del travaglio, magari confondendoli con una colica addominale o renale, ma non si accorga della fase espulsiva, cosa che con tutta probabilità è avvenuta in questo caso specifico».
«Arrivare a partorire senza accorgersene – precisa Vicario – è un caso rarissimo, ma una cosa che accade relativamente di frequente è che la gestante arrivi in pronto soccorso già a dilatazione completa senza aver avuto dolori».
«Questo può dipendere sia, come detto, dal raccorciamento del collo uterino che permane a seguito del primo parto, oppure – spiega la presidente FNOPO – da una condizione patologica denominata “incontinenza cervico – istmica”. Si tratta dell’assenza, a livello di anatomia uterina, di quella sezione che fa da raccordo tra corpo e collo dell’utero. È una condizione predisponente alla poliabortività o a parti pretermine».
«Parlando del caso specifico – osserva Vicario – quel che sappiamo è solo che madre e bambino stanno bene, ma non sappiamo l’età gestazionale a cui è avvenuto questo parto né il peso del bambino. Per fortuna è andato tutto per il meglio, ma sarebbero potuti sorgere vari problemi come, ad esempio, un prolasso di cordone».
«Una visita ostetrica, anche al di fuori della gravidanza, può riconoscere queste condizioni uterine predisponenti a fenomeni del genere, e – conclude – mettere in guardia la gestante rispetto al fatto che dei semplici sintomi prodromici potrebbero già condurre a dilatazione completa e, quindi, al parto».