L’esperienza di Helaglobe che usa la tecnologia per attivare ascolto e dialogo costante con i pazienti: «Nascono soluzioni che guardano oltre la patologia e sostengono la persona»
Supportare le persone nella gestione quotidiana della loro patologia, intercettandone i reali bisogni e ponendolo al centro del percorso di cura. Non più semplice destinatario di un piano terapeutico da rispettare, quindi, ma parte attiva di un processo che mira a coniugare salute, praticità, ascolto. L’obiettivo è da un lato quello di rendere meno gravosa la convivenza con la patologia e, dall’altro aumentare la compliance rispetto al monitoraggio e all’aderenza ai percorsi di cura, così da generare un circolo virtuoso che ottimizzi l’outcome terapeutico rispettando e valorizzando le esigenze della “persona” paziente. Sono queste le sfide della sanità del presente e del futuro, messe ancora più in evidenza dagli ultimi tre anni segnati dalla pandemia. Una sfida che la realtà di Helaglobe, azienda leader in Italia nella progettazione di soluzioni per il paziente, ha raccolto da tempo facendo sue, già dalla sua fondazione nel 2013, tutte le istanze che negli ultimi tempi sono esplose con maggiore urgenza.
Sulle soluzioni che la tecnologia rende oggi possibili e sull’importanza del dialogo costante con i fruitori di queste stesse soluzioni, affinché queste siano davvero funzionali, Sanità Informazione ha intervistato il fondatore e AD di Helaglobe, Davide Cafiero.
«Quando dieci anni fa ho deciso di fondare Helaglobe sono partito da una considerazione: il paziente è, prima di tutto, una persona. Ho quindi fatto sì che la missione di Helaglobe fosse quella di consentire alla persona portatrice di patologia un accesso più facile alle soluzioni di salute così da poter vivere al meglio la propria quotidianità. E questo si traduce nell’avere un sistema di ascolto che vada oltre il bisogno terapeutico, che resta ovviamente fondamentale, ma che possa intercettare tutte quelle esigenze che le persone hanno nel quotidiano in relazione alla propria patologia, così da gestirla al meglio. Tutto questo passa necessariamente attraverso un coinvolgimento attivo della persona con patologia. Nel corso degli anni abbiamo dialogato, sia singolarmente sia in forma aggregata, con più di duemila persone con patologia, raccogliendone le istanze e i bisogni, sui cui abbiamo costruito e proposto soluzioni in forma di prodotti e servizi».
«Sicuramente l’uso delle tecnologie e in particolare del digitale ha avuto negli ultimi anni, complice la pandemia, uno sviluppo dirompente, soprattutto nell’ambito della telemedicina declinata nei servizi di teleconsulto e televisita. Helaglobe ha realizzato un proprio sistema di telemedicina che consente questo tipo di attività, sia sulla sulla televisita, riuscendo ad erogare prestazioni per persone con patologia in forma specifica, sia sul telemonitoraggio, ma anche sulla teleriabilitazione, consentendo al paziente di poter svolgere il suo programma di riabilitazione comodamente al proprio domicilio, senza doversi recare fisicamente presso la struttura sanitaria di riferimento».
«Il tema del patient engagement, cioè del coinvolgimento attivo del paziente nel percorso di cura, è oggi centrale. Il punto è trovare strategie che consentano realmente di aumentare la compliance dei pazienti verso questo tipo di approccio, così che da renderli davvero centrali nella costruzione dei processi di salute. Nel corso del tempo sono stati sperimentati diversi approcci, ed uno di quelli su cui ci siamo specializzati è quello del serious play, cioè il gioco con un fine diverso da quello dell’intrattenimento. Dal 2016 lavoriamo sui serious game per la salute, la cui efficacia è fortemente supportata dalla letteratura scientifica. È uno strumento che utilizziamo moltissimo e abbiamo sviluppato i nostri serious game per la sclerosi multipla, l’emofilia e ne abbiamo diversi altri in realizzazione per altre patologie».
«Parte integrante della nostra mission è creare una connessione con chi rappresenta le persone con patologia, cioè le associazioni di pazienti. Nel corso del tempo abbiamo avviato diverse attività di collaborazione con le realtà del mondo associativo per rispondere ai loro bisogni specifici. Lo scorso anno è partita l’iniziativa “Insieme Per”: una piattaforma di coinvolgimento che oggi aggrega circa 70 associazioni di pazienti di patologie croniche, oncologiche e malattie rare. Con Insieme Per stiamo lavorando su due temi: il primo riguarda la costruzione di strategie che favoriscano la reciproca crescita mediante condivisione delle esperienze, il secondo riguarda l’individuazione di tematiche per costruire alleanze di scopo. Sono tanti i temi trasversali su cui possono incardinarsi percorsi progettuali comuni».
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