Il ministro: “Le risorse risparmiate resteranno nel sistema Sanità”
Ebbene sì, abbiamo licenziato il Patto per la Salute, almeno nella parte che riguarda il mio ministero”.
Lo ha detto Beatrice Lorenzin solo qualche giorno fa, interrogata sul tema dal suo collega di partito Raffaele Calabrò. Ora che tutti i punti sono stati concordati anche con il Mef e le Regioni, la bozza è pronta e la firma ufficiale imminente.
L’accordo raggiunto prevede, stando a quanto dichiarato dalla stessa Lorenzin, “un alto tasso di innovazione e fornisce la certezza del budget”. Questo ammonterà a 109,928 miliardi di euro per il 2014, 112,062 per il 2015 e raggiungerà i 115,444 per il 2016. Il capitolo in cui sono elencate le previsioni di spesa contiene, però, una piccola clausola, secondo la quale tutti i risparmi che verranno effettuati all’interno del patto non usciranno dal sistema sanitario e verranno impiegati secondo una regia politica che, ha spiegato ancora il ministro, “vigilerà che il patto stesso venga attuato in tutte le sue parti nei tempi predisposti”.
Il ministro ha poi spiegato che esiste un “aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza” che avverrà entro la fine di quest’anno. Lo stesso vale per il regolatore del nomenclatore tariffario per le protesi audiovisive. Il tutto non contrasterà con “i principi di equità, innovazione e appropriatezza” e avverrà nel totale rispetto “degli equilibri programmatici della finanza pubblica”.
Per quanto riguarda invece il fondamentale tema dell’assistenza ospedaliera, il ministro ha assicurato che in Commissione si è discusso molto dei nuovi parametri per il regolamento, il quale verrà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni immediatamente dopo l’approvazione del Patto.
“Questo nuovo Patto della Salute – ha aggiunto concludendo la Lorenzin – segna, per i prossimi anni, un percorso di sostenibilità del sistema, lo mette in sicurezza e predispone un meccanismo di monitoraggio per tutte le regioni alle prese con i piani di rientro per aiutarle ad uscirne”. Un meccanismo, quello di cui parla il ministro, che consiste in un tavolo permanente della Conferenza Stato-Regioni che, stando a quanto stabilito dal documento finale, avrà anche il compito di dirigere l’attuazione del patto ed elaborare “proposte per la spending review interna al settore sanitario”.