Salute 18 Settembre 2018 10:00

Pazienti a rischio suicidio, come prevenire e superare shock. Innamorati (psicoterapeuta): «Occorre formazione per tutti reparti»

«Non bisogna pensare che solo i pazienti ricoverati in psichiatria possono compiere gesti estremi, per questo tutti i medici e gli operatori – di qualsiasi settore - devono essere preparati» ai microfoni di Sanità Informazione Marco Innamorati, psicologo e psicoterapeuta
Pazienti a rischio suicidio, come prevenire e superare shock. Innamorati (psicoterapeuta): «Occorre formazione per tutti reparti»

«Attenzione, i pazienti con istinti suicidari non s’incontrano solo nei reparti psichiatrici, possono essere ovunque ed è necessario che medici e operatori sanitari siano in grado di fronteggiare situazioni di questo tipo». Lo spiega ai microfoni di Sanità Informazione Marco Innamorati, psicologo, psicoterapeuta e professore associato dell’Università Europea di Roma.

Il professore specializzato in psicologia cognitivo-comportamentale, mette l’accento sull’importanza di una formazione adeguata non solo per il personale impiegato in psichiatria ma anche per tutti gli altri reparti ospedalieri. «Perché lo staff ospedaliero e assistenziale deve sempre essere in grado di prevenire queste emergenze, non si può non dare gli strumenti a medici e infermieri per saper gestire queste criticità».

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Un paziente di ortopedia, spiega lo psicoterapeuta, come uno di cardiochirurgia, gastroenterologia o endocrinologia «può avere gli stessi istinti suicidi di un paziente ricoverato in psichiatria – prosegue -, io ritengo che sia indispensabile che professionisti sanitari di ogni reparto siano formati per fronteggiare questo genere di emergenze».

È pur vero che il Ministero della Salute rilascia costantemente protocolli dettagliati per il monitoraggio dei cosiddetti ‘eventi sentinella’, «si tratta di eventi avversi – spiega il professore – a seguito dei quali un paziente può perdere la vita o riportare gravi danni, tra questi rientra il suicidio. Ma non basta, bisogna prevenire il problema, perché curare le conseguenze sia sui familiari che sui professionisti sanitari non è affatto semplice».

«Il suicidio di un paziente non solo è un fatto gravissimo per la famiglia della ‘vittima’ ma anche per la struttura assistenziale coinvolta, inoltre l’evento può avere delle ripercussioni psicologiche gravissime sull’operatore sanitario o il medico coinvolto. Infatti la situazione emotiva di un collega, che ha subito un tale shock, è chiaramente messa a dura prova, lui stesso in futuro può diventare a rischio di comportamenti suicidari, dunque ripeto la formazione è indispensabile in modo che ci siano delle competenze e delle conoscenze che lo aiutino ad intervenire».

«Sono previsti ovviamente dei supporti psicologici per il professionista sanitario che vive un trauma di questo tipo, ma io ritengo che una preparazione su come prevenire ed eventualmente affrontare il suicidio di un assistito sia necessaria per tutte le tipologie di medici ed operatori sia per la loro integrità emotiva che per la loro funzione fondamentale per tutta la comunità».

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