L’obiettivo perseguito da sindacato è di riuscire a far approvare norme che permettano ad ogni fanciullo di potersi avvalere del medico che ritenga essere il più adeguato ai propri bisogni
In occasione del trentennale dell’approvazione della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, torna di attualità in ambito sanitario il delicato tema sul medico di famiglia per adolescenti. Secondo le norme in vigore attualmente in Italia infatti i ragazzi, al raggiungimento del quattordicesimo anno di età, sono obbligati ad interrompere il rapporto di fiducia col medico pediatra a prescindere dalla loro volontà. Una costrizione che è stata spesso dibattuta e contestata dalla stessa categoria.
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In occasione della prima Assemblea nazionale, che si è svolta sabato 25 maggio a Milano, dopo il rinnovo dello statuto e delle cariche, è partito un appello di SiMPeF, Sindacato Italiano Pediatri di Famiglia, affinché venga rivisto il contratto collettivo su questo tema. «La convenzione delle Nazioni Unite – rimarca il segretario nazionale SiMPeF Rinaldo Missaglia – identifica con chiarezza che il fanciullo, ovvero ogni essere umano con età inferiore ai diciotto anni, ha diritti imprescindibili ovvero di esprimere liberamente la propria opinione su questioni di interesse, tenendola debitamente in considerazione. Ciò è ancora più pressante laddove si tratti della tutela della propria salute. Purtroppo, oggi in Italia gli adolescenti dopo i 14 anni -prosegue il segretario – non hanno il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su salute e assistenza medica, essendo obbligati a interrompere il rapporto di fiducia con il pediatra di famiglia a prescindere dalla loro volontà. Come professionisti, ci dichiariamo più che disponibili ad assistere i nostri ragazzi fino al compimento del diciottesimo anno di età, sentendoci responsabilizzati e chiamati in causa quale figura fondamentale per la rispettosa applicazione delle norme, ma anche e soprattutto in qualità di interpreti dello spirito della Convenzione e delle leggi che a questa si ispirano». L’obiettivo perseguito da SIMPeF è di riuscire a tradurre in norme che possano da subito trovare applicazione negli accordi Collettivi Nazionali in via di definizione in modo da permettere ad ogni fanciullo di potersi avvalere del medico, all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, che ritenga essere il più adeguato ai propri bisogni.