La presidente della SIP Annamaria Staiano: «Il filo conduttore di questa edizione sarà la partecipazione dei giovani alla ricerca scientifica che, con l’innovazione tecnologica, rappresenta la chiave di volta per la cura di malattie croniche e rare, che riguardano circa il 20% della popolazione pediatrica»
Sempre più bambini guariscono grazie alla pediatria di precisione e le terapie personalizzate offrono nuove speranze di vita a quei piccoli pazienti che, fino a poco tempo fa, erano considerati incurabili. Sono questi alcuni dei temi che, con le vaccinazioni, l’infezione da Sars-CoV-2 e il long Covid, saranno al centro del 77° Congresso Italiano di Pediatria. L’evento, promosso dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), torna in presenza da mercoledì 18 a sabato 21 maggio, presso l’Hilton Sorrento Palace di Sorrento.
A presiedere il 77° Congresso Italiano di Pediatria, per la prima volta dopo oltre 120 anni, sarà una donna: la presidente della SIP, Annamaria Staiano, eletta alla guida della Società Italiana di Pediatria a maggio dello scorso anno. «Il filo conduttore di questa edizione del Congresso Nazionale sarà, senza dubbio, la partecipazione dei giovani alla ricerca scientifica – dice la presidente Staiano -. Per formare un buon pediatra, infatti, le competenze nel campo della ricerca sono essenziali. Questa necessità si è ulteriormente accentuata nell’ultimo decennio, con l’affermarsi della medicina traslazionale che ha reso fondamentale integrare nel background del pediatra delle nozioni di ricerca, per trasmettere più rapidamente al letto del paziente le conoscenze acquisite», aggiunge la specialista. Tuttavia, questa esigenza è in contro-tendenza con i dati nazionali ed internazionali, che mostrano una progressiva riduzione del numero dei medici che si dedicano alla ricerca scientifica. «Ma senza ricerca – sottolinea Staiano – non c’è futuro».
Ed è proprio grazie alla ricerca che la medicina ha fatto, e continua a fare passi da gigante, offrendo cure sempre più efficaci e personalizzate. «La medicina di precisione applicata alla pediatria offre infinite prospettive per la diagnosi e la cura di numerose patologie. Infatti, i continui progressi della ricerca si stanno rivelando decisivi per la diagnosi e la gestione terapeutica di condizioni come le malattie rare e le malattie croniche – spiega la presidente SIP -. La disponibilità di nuovi farmaci, come i biologici e la terapia genica, ha consentito di cambiare il destino di pazienti che sino a pochi anni fa erano considerati inguaribili. In particolare, la medicina di precisione consente, da un lato, di fare diagnosi individualizzate e, dall’altro, di garantire terapie personalizzate, non solo in termini di farmaco più idoneo ed efficace, ma anche in termini di posologia».
La medicina di precisione non può prescindere dalla valutazione del genere dei piccoli pazienti. «Esistono notevoli differenze in termini sia di prevalenza e prognosi di specifiche patologie, che di risposta alle terapie, tra il genere maschile e quello femminile. Alcune differenze sono evidenti già nella primissima fase della vita, mentre altre – commenta Staiano – si manifestano dopo la pubertà ed in età adulta. Ad esempio, i maschi hanno un rischio doppio di presentare bronchiolite, ed uno 4 volte maggiore di manifestare disturbi dello spettro autistico rispetto alle femmine. Al contrario, nelle femmine il rischio di sviluppare pubertà precoce è da 10 a 20 volte superiore. È quindi importante che genitori e medici conoscano queste differenze per ottimizzare la prevenzione e migliorare la prognosi, riducendo le complicanze».
In questi due anni di pandemia la salute psico-fisica dei più piccoli è finita spesso sotto i riflettori, non tanto per gli effetti immediati del virus, quanto per quelli che si manifestano a medio e lungo termine. «Sebbene non esista una definizione completamente condivisa, si può parlare di long Covid a distanza di 3 mesi da una infezione da Sars-CoV-2 nel caso in cui siano presenti sintomi che perdurano da almeno 2 mesi e che non possono essere spiegati attraverso un’altra diagnosi – dice la presidente SIP -. I sintomi possono essere svariati ed interessare diversi organi ed apparati. Nei bambini ed adolescenti i più frequenti sono affaticamento persistente, riportato in circa l’87% dei pazienti, cefalea, difficoltà di concentrazione, e disturbi del sonno. Ma sono stati descritti anche dolori addominali e del torace persistenti, mialgie e sintomi neuropsichiatrici, che possono manifestarsi da soli o in combinazione. La reale diffusione del long Covid tra bambini e adolescenti non è determinata, tanto che varia dal 4 al 60% a seconda degli studi presi in esame. Per questo, si rendono necessari ulteriori approfondimenti non solo per definire la reale prevalenza del long Covid nei bambini, ma anche per meglio comprendere questa condizione e ottimizzarne il trattamento», aggiunge la pediatra.
Il 77° Congresso Italiano di Pediatria sarà, dunque, l’occasione per confrontarsi su temi scientifici correlati all’innovazione tecnologica ed alla ricerca, con particolare riferimento ai bambini con malattie croniche complesse, rare e disabilità che interessano ormai il 15-20% della popolazione pediatrica. Ampio spazio sarà inoltre dedicato ad alcuni temi sociali esplosi negli ultimi anni e che sempre più entrano a far parte del patrimonio culturale dei pediatri, dalle diseguaglianze alla povertà, compresa quella educativa. Senza dimenticare i disastri umanitari che derivano dalla guerra e dalla migrazione che hanno come prime vittime proprio i bambini. Per questo, come gesto di attenzione dei pediatri italiani verso i bambini dell’Ucraina il Consiglio Direttivo della SIP ha deciso di destinare il 3% delle quote di iscrizione al Congresso alla costituzione di un fondo che servirà a sovvenzionare progetti di assistenza sanitaria rivolti ai minori ucraini.
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