Salute 20 Dicembre 2022 09:38

Piano oncologico, medici e pazienti concordi: subito risorse per attuarlo

L’apertura del ministro Schillaci, che ha garantito dieci milioni di euro per il 2023 e dieci per il 2024, è stata giudicata positivamente da AIOM e FAVO. Cognetti (FOCE) critico sul Piano oncologico: «Non va bene, mancano gli elementi fondamentali: gli obiettivi, un cronoprogramma e i soldi». Cinieri (AIOM): «Un Piano senza risorse economiche non può funzionare»

Piano oncologico, medici e pazienti concordi: subito risorse per attuarlo

I dati AIOM sul cancro, che hanno certificato un aumento di circa il 2% del numero delle diagnosi nel 2022, sono la spia che è urgente un’azione concreta di sanità pubblica per fermare quella che ormai viene definita una vera e propria ‘epidemia di cancro’ forse colpevolmente dimenticata durante il biennio pandemico 2020-2021. Su questo medici e pazienti sembrano lavorare tutti nella stessa direzione. Lo strumento in teoria ci sarebbe, ed è il Piano oncologico 2022- 2026, già approvato dalla Conferenza Stato – Regioni e considerato una delle priorità del Ministro della Salute Orazio Schillaci che ha annunciato lo stanziamento di risorse per la sua attuazione, per la precisione 10 milioni l’anno per il 2023 e il 2024. Pochi fondi, considerando la mole di interventi necessaria, ma sicuramente un’inversione di tendenza rispetto al passato.

«Come FAVO abbiamo preso atto con soddisfazione che il Ministro ha inserito il Piano oncologico nazionale nelle dieci priorità del suo governo, un passo avanti importante rispetto al passato dove il precedente ministro aveva totalmente ignorato non solo il piano Oncologico Nazionale ma anche la richiesta dell’Unione europea di tener conto che attraverso il Piano oncologico nazionale bisogna salvare la quota parte dell’Italia dei tre milioni di malati che l’Europa intende tutelare di qui al 2030» spiega a Sanità Informazione Francesco De Lorenzo, Presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) e Presidente della Coalizione europea dei malati di cancro (ECPC).

AIOM: «Subito fondi per il Piano oncologico»

Sulla stessa lunghezza d’onda anche AIOM, l’Associazione di Oncologia Medica, che preme per l’attuazione del Piano: «Va reso attuabile e finanziato. Il Piano, che abbiamo scritto anche come Aiom, è privo di risorse: un Piano senza risorse economiche non può funzionare, il ministro della Salute Orazio Schillaci lo sa, lo ha detto anche pubblicamente», ha detto il Presidente Saverio Cinieri.

«Il Piano – spiega Cinieri – va attuato nei suoi passaggi, in ogni virgola c’è vita in più per i nostri cittadini. Il documento è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni, le Regioni vanno ‘obbligate’ ad attuare quanto scritto, dando ai direttori generali più risorse, spazi fisici. Dobbiamo fare prevenzione, terapia, servono i farmaci, bisogna essere veloci con la loro approvazione in Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco. Tutto questo va fatto se vogliamo rimanere tra i leader nel mondo per la cura del cancro».

Una necessità ribadita anche dal Presidente della Fondazione AIOM Giordano Beretta che, nel corso della presentazione del rapporto AIOM sui numeri del cancro 2022, ha anche declinato alcune richieste specifiche come la disponibilità di accesso alle cure nel luogo più vicino possibile al domicilio per i pazienti con il potenziamento delle reti oncologiche, l’accesso ai trattamenti uniformi su tutto il territorio nazionale e anche una modifica del follow up per chi ha una sopravvivenza oltre i dieci anni.

Cognetti (FOCE): «C’è già Piano europeo, quello italiano non coglie gli obiettivi»

Ma c’è anche chi, come l’oncologo Francesco Cognetti, Presidente della Confederazione Oncologi, Cardiologi, Ematologi (FOCE), nonché Coordinatore del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani (FoSCC), non valuta positivamente l’ultimo Piano oncologico. «Servono obiettivi precisi, risorse – spiega a Sanità Informazione -. Tutte queste cose in realtà sono contenute nel Piano oncologico europeo, non vedo perché dobbiamo fare una cosa diversa da quella europea. Il Piano oncologico che è stato preparato diversi mesi fa non è soddisfacente. Non coglie nessuno degli obiettivi che vanno in favore di un miglioramento dell’assistenza nel nostro Paese. Mancano gli elementi fondamentali: gli obiettivi, un cronoprogramma e i soldi».

Cognetti, poi, sottolinea il dato degli screening che se da un lato son tornati sui livelli pre-pandemia vedono il sud e le isole in drammatico ritardo: «Sono dati terribili, c’è stato un recupero rispetto al 2020, ma alcune regioni sono in una situazione drammatica. Cinque regioni sono sotto al 30% degli screening come target, mentre il documento della Commissione UE di pochi mesi fa si pone l’obiettivo del 90% di target per tutti i paesi membri».

Il miraggio del MES

Resta dunque il nodo delle risorse: i venti milioni garantiti dal ministro Schillaci possono rappresentare solo un primo passo che però non risolve il problema. Prova a lanciare una soluzione Francesco De Lorenzo di FAVO, che rilancia l’uso del MES sanitario: «Il ministro ha dato un segnale positivo, ma dieci milioni all’anno sono troppo pochi. La risposta è il ricorso al MES sanitario: se non si avranno quei finanziamenti non solo l’emergenza oncologica peggiorerà ma si va verso uno sfascio totale del Servizio sanitario nazionale. Abbiamo i locali e le attrezzatture ma non c’è il personale. Servono urgentemente risorse per garantire gli screening».

 

 

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