Salute 12 Marzo 2021 15:26

Piano vaccinale, Esposito (WAidid): «Criteri discriminatori per alcune categorie di pazienti estremamente vulnerabili»

Sollevati alcuni «dubbi interpretativi» che «aumentano differenze tra Regioni. Esclusi molti disabili gravi e i loro caregivers»

Piano vaccinale, Esposito (WAidid): «Criteri discriminatori per alcune categorie di pazienti estremamente vulnerabili»

Pazienti con malattie neuromuscolari come la SMA o la distrofia muscolare di Duchenne e Becker, malattia di Batten, malattie metaboliche da accumulo lisosomiale, la malattia di Fabry, la malattia di Gaucher, e altre centinaia di patologie metaboliche ereditarie: un vero e proprio esercito di esclusi dal nuovo piano vaccinale recentemente varato dal Governo in quanto non considerati “persone estremamente vulnerabili” e a cui, quindi, non sarà data alcuna precedenza in base ai criteri stabiliti dalla road map di vaccinazione.

Un vero gap della attuale strategia vaccinale, quello segnalato da Susanna Esposito, Presidente WAidid (World Association for Infectious Deseases and Immunological Disorders) e Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma, in quanto non assicura la giusta equità tra le persone fragili, lasciando fuori fin troppe categorie di pazienti realmente a rischio: «Tra le persone considerate estremamente vulnerabili – ha spiegato la professoressa Esposito – rientrano soggetti con condizioni neurologiche e disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica espressamente definite. Ma la lista approntata dal governo è troppo corta e non prevede la medesima priorità per le tante persone con altre malattie rare che comportano disabilità altrettanto gravi e comorbilità del tutto equivalenti. Si tratta di un elemento di seria criticità, che non garantisce un’equa priorità vaccinale a tutte le categorie a rischio».

Secondo il nuovo piano vaccinale recentemente varato dal governo, infatti, oltre al completamento delle vaccinazioni di personale sanitario, over 80, personale della scuola, militari e forze dell’ordine, il criterio sarà quello della fascia d’età, partendo da chi ha più di 70 anni, insieme agli “estremamente fragili” che rientrano in una delle quattordici patologie comprendenti malattie respiratorie e circolatorie, tra cui alcune malattie respiratorie, malattie cardiocircolatorie, alcune condizioni neurologiche e di disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica, diabete, fibrosi cistica, insufficienza renale, malattie autoimmuni, patologie oncologiche e altre.

Tuttavia, anche per queste categorie di persone con fragilità sorgono, secondo WAidid, numerosi dubbi interpretativi. «Ad esempio – continua Susanna Esposito – nella categoria delle malattie respiratorie si includono la fibrosi polmonare idiopatica e altre patologie che necessitino di ossigenoterapia, omettendo però di menzionare quelle patologie che richiedono l’utilizzo del ventilatore polmonare, senza necessità di ossigeno. Con il rischio – continua – che le Regioni compongano la categoria degli estremamente vulnerabili sulla base di criteri definiti in via autonoma e differenziata, con conseguenti trattamenti territoriali disomogenei e potenzialmente discriminatori, rispetto a una problematica particolarmente sensibile anche dal punto di vista etico».

La scelta di adottare, infatti, ai fini delle precedenze vaccinali, esclusivamente criteri medico-nosografici, e di non considerare invece anche fattori ambientali e relazionali, rischia di escludere molte persone non autosufficienti, anche in presenza del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità. «Tutte le persone con disabilità – conclude Susanna Esposito – dovrebbero essere incluse nelle categorie prioritarie del piano vaccinale, tenendo conto anche di elementi estranei al mero rischio clinico e legati, ad esempio, alle enormi difficoltà riscontrabili nel mantenimento delle misure di distanziamento, nelle attività di testing (per molti effettuare un tampone è difficilissimo), nel rispetto dell’isolamento e della quarantena domiciliare o nella gestione di un eventuale ricovero in caso di contagio».

WAidid propone che la titolarità di una percentuale di invalidità civile superiore al 67%, così come stabilita dalla legge, potrebbe essere utilizzata come criterio oggettivo per individuare persone in stato di fragilità, insieme ai familiari che, per l’assistenza al loro parente convivente, sarebbero immediatamente individuabili come caregivers necessitanti di priorità vaccinale. Priorità che dovrebbe essere estesa a tutti i familiari conviventi dei soggetti in stato di estrema vulnerabilità. Questo vale anche per i familiari conviventi dei soggetti estremamente fragili di età pediatrica, considerato che i vaccini non sono ancora autorizzati per i soggetti con meno di 16 anni di età.

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Istituto Pascale, progetto HVAS: teleassistenza per i caregiver dei pazienti oncologici
È partito ieri all’Istituto dei tumori di Napoli il progettoper la formazione a distanza e in teleassistenza dei caregiver dei pazienti oncologici. La formazione verterà in particolare sulla disinfezione dei picc, i cateteri che servono per iniettare i farmaci chemioterapici in vena
Dagli igienisti della SItI una Guida alle buone pratiche vaccinali
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha presentato il documento "Guida alle buone pratiche vaccinali", con l'obiettivo di promuovere e garantire servizi vaccinali di eccellenza in tutto il territorio nazionale
di V.A.
Ictus, da Iss e Alice un manuale di comunicazione con i pazienti e i familiari
La comunicazione verso la persona colpita da ictus e la sua famiglia deve essere corretta e adeguata in tutte le fasi. Per questo A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) ha partecipato al progetto dell'Istituto superiore di sanità (Iss), insieme ad altre associazioni, esperti e figure professionali, alla messa punto di un Manuale di valutazione della comunicazione del percorso assistenziale della persona con ictus
A Roma la premiazione della sesta edizione di #afiancodelcoraggio che dà voce agli uomini caregiver
“Il premio #alfiancodelcoraggio è un’iniziativa di grande valore sociale che tiene alta l’attenzione su un tema molto importante che tocca la vita di tante famiglie – spiega il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli
di Redazione
Tumori: in Italia 1740 associazioni di pazienti e caregiver, numero 1 in Europa
Oltre 1.740 associazioni oncologiche di pazienti e caregiver censite in Italia solo nel 2023. Il nostro paese detiene dunque il record europeo in proporzione al numero di abitanti. Sono i dati «di capillarità» del primo Libro Bianco sul mondo del volontariato oncologico, promosso e redatto da ROPI
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

III GIORNATA NAZIONALE PORPORA TROMBOTICA TROMBOCITOPENICA: Le istanze dei pazienti

Pur essendo una patologia invalidante, e con una percentuale di morte che può arrivare al 90% se non trattata, chi ne è affetto non viene ancora seguito in tutta Italia in aderenza con l...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Politica

Liste di attesa addio? La risposta del Consiglio dei Ministri in due provvedimenti

Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e del Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha approvato due provvedimenti, un decreto-legge e un disegno di legge, che i...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...