Il Newsweek ha collocato il Carlo Besta al sesto posto al mondo tra gli istituti neurologici (primo in Italia). Gambini: «Nel 2018-2019 oltre 23 milioni di euro impegnati in ricerca. Il 67% dei pazienti non è lombardo»
Forse neanche il neurologo Carlo Besta, fondatore più di cento anni fa dell’Istituto Nazionale Neurologico, ha mai immaginato che la struttura di via Celoria a Milano avrebbe scalato le classifiche mondiali fino ad entrare nella top ten. Eppure, come ha certificato la classifica di Newsweek “World’s best specialized hospitals 2021”, basata su un’indagine condotta tra decine di migliaia di professionisti del settore medico di oltre 20 Paesi e validata da un gruppo internazionale di esperti, oggi l’Istituto Carlo Besta è primo in Italia e sesto al mondo per le cure neurologiche.
Un successo dovuto sicuramente all’eccellenza nelle cure ma che vede nella ricerca un fattore determinante: «Non me l’aspettavo e non se l’aspettava nessuno, anche se il lavoro svolto tutti i giorni è notevole – spiega a Sanità Informazione Andrea Gambini, Presidente dell’Istituto -. Una piacevolissima sorpresa, frutto di un lavoro a 360 gradi che non è solo la parte clinica e diagnostica ma anche la parte di ricerca che probabilmente ci ha dato una spinta importante: siamo tra i primi dieci in Italia per raccolta di finanziamenti pubblici e privati nella ricerca e, considerando che siamo un istituto specialistico e molto piccolo, ricevere tanti fondi vuol dire avere una capacità di attrazione molto elevata. Questo si unisce ad alcune specificità che ci sono all’interno dell’istituto che hanno contribuito a questo successo».
Ed è sicuramente il lavoro di ricerca uno dei punti di forza dell’Istituto: nel biennio 2018-2019 sono stati finanziati progetti per 23.618.599 euro, considerando complessivamente le risorse messe a bando da Ministero della Salute, Regione Lombardia, Commissione Europea e altri enti, istituzioni, Fondazioni tra cui la Fondazione Mariani.
Nello stesso biennio, inoltre, le pubblicazioni sono state 660, un numero che sale complessivamente a 891 se si considera anche il primo semestre del 2020. I progetti di ricerca, per la gran parte dei quali l’Istituto Neurologico Besta è stato capofila dei gruppi di lavoro, hanno quindi trattato di malattie del neurosviluppo, degenerative, immunomediate, cerebrovascolari, neuromuscolari, di disordini del movimento, di neuroncologia, epilessia, neuroalgologia. Sempre nel biennio 2018-2019 sono stati svolti 103 trial clinici, divisi tra 45 profit e 57 no profit. E anche l’Impact Factor normalizzato ne ha beneficiato arrivando a 1400.
Tutti dati che sono stati presentati lo scorso 22 ottobre durante la Site-Visit della Commissione nominata dal Ministero della Salute per valutare la presenza dei requisiti necessari per confermare alla Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta il riconoscimento del carattere scientifico nella materia delle malattie del sistema nervoso nell’adulto e nel bambino.
«Sulla neurochirurgia e sulla neurologia copriamo a 360 gradi tutte le patologie. Consideri che nel nostro istituto il 67% dei pazienti arriva da fuori regione Lombardia: non solo dall’Italia ma anche dall’estero, perché sulla neurochirurgia, su alcuni tumori molto particolari e sull’emicrania siamo un’eccellenza», continua ancora Gambini.
Anche il Besta ha visto rallentare la propria attività a causa dell’emergenza Covid, ma la struttura non si è mai fermata: «C’è stata una scelta di Regione Lombardia di lasciare l’istituto Besta come hub della neurochirurgia e della neurologia Covid free. Addirittura possiamo ospitare pazienti di altri ospedali o altre equipe neurochirurgiche di altri ospedali – continua ancora il Presidente dell’Istituto -. Certo, abbiamo dovuto ridurre di un terzo la capacità di ospitare i pazienti e anche la capacità ambulatoriale è stata ridotta notevolmente. Un po’ per la riduzione degli spostamenti tra regioni, un po’ perché la gente non vuole andare in ospedale, abbiamo avuto una contrazione delle attività».
Proprio per rimediare a queste problematiche l’Istituto ha stabilito una partnership con Microsoft per abilitare un programma articolato di telemedicina che permette di gestire tutte le comunicazioni con i pazienti in follow up in un ambiente integrato che consente l’interazione audio-video per visite virtuali e lo scambio di documenti clinici in tempo reale e in sicurezza.
Quando chiediamo a Gambini cosa servirebbe alla sanità pubblica per moltiplicare le eccellenze, il Presidente del Carlo Besta risponde senza esitazione: «In Italia ci sono delle eccellenze incredibili però dovrebbero esserci delle regole più snelle per rendere più efficace e attraente il pubblico. Un polo privato convenzionato in cinque minuti convoca il medico migliore al mondo e gli fa una grossa offerta. Il pubblico invece ha due grossi vincoli: un concorso che dura diversi mesi e una offerta economica che è uguale per tutti e quindi meno competitiva».
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