«Credere alla medicina d’illusione è più facile, siamo umani e fa parte della nostra natura. Ma con la salute non si scherza: è bene informarsi correttamente e rivolgersi a medici competenti» l’intervista al celebre divulgatore scientifico
«La salute viene prima di tutto? Certo, e allora se mi ammalo vado da un medico bravo e certificato. E mi affido alla medicina, l’unica che esiste». Lo spiega Piero Angela, volto storico del programma televisivo di divulgazione culturale “Superquark”. Ai microfoni di Sanità Informazione, a margine della presentazione del portale “ISSalute”, il giornalista e Presidente onorario del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), prosegue nella sua battaglia a favore della scienza contro bufale e fake news, “medicina d’illusione” e “pseudoscienza”.
Dottore, parliamo di quella che le ha rinominato “medicina di illusione”. Perché, secondo lei, questa “scienza alternativa” attira così l’attenzione?
«Perché noi siamo intelligenti, è vero, ma siamo fatti anche di carne. E quindi ci fidiamo e rispondiamo molto più volentieri a chi ci propone delle soluzioni facili e miracolose. Facciamo attenzione però: la cosa più importante è la salute e allora se io mi ammalo da chi vado? Da un medico bravo, competente e specializzato. Non esiste la medicina ufficiale, esiste la scienza ufficiale, una scienza, una medicina e basta. Il resto non è sperimentato e non è controllato. E perché dovrei affidarmi a tutto questo quando c’è una medicina che ha dimostrato di essere efficace? Ecco, questo non lo capirò mai».
LEGGI ANCHE: WEB E FAKENEWS, PIERO ANGELA: «IMPARATE A SCEGLIERE LE FONTI, SERVE RAZIONALITÀ IN UN MONDO IRRAZIONALE»
Lei sostiene che la scienza non è democratica, non c’è par condicio. Cosa intende dire?
«Questa affermazione l’ho detta in una serie di processi in cui mi sono trovato coinvolto e sono stato chiamato in giudizio per un servizio sull’omeopatia andato in onda tempo fa. Una delle cose che mi rimproveravano, era quella di non aver fatto intervenire i medici omeopati come contraltare. Non l’ho fatto perché era una trasmissione critica nei confronti di questa “pseudoscienza” e in quell’occasione ho dichiarato che secondo il mio punto di vista: “la scienza non è democratica”. Nel senso che, chiunque voglia sostenere una teoria che ha a che fare con la scienza deve essere in possesso di dati certi: per scrivere su una rivista scientifica è necessario esibire la documentazione dei controlli che sono stati fatti, presentare la storia della ricerca e della sperimentazione. Questo è il metodo che ha permesso di distinguere i “fatti” dalle “opinioni”, non esiste par condicio nella scienza. Diversamente, ognuno di noi potrebbe dire quello che gli passa per la mente. In un programma scientifico devono parlare solo le persone che sono qualificate, non quelle che sono “inqualificate” o “squalificate”».