Ideato da Nico Acampora, il progetto di inclusione sociale, unico in Europa, prevede l’impiego di nove giovani tra i 20 e i 30 anni con autismo in cucina e come camerieri di sala. In programma una seconda apertura a Monza e un’Accademy per inserire giovani autistici nel mondo del lavoro
In Italia sono 600mila le persone con autismo, che non sempre hanno la possibilità di vivere una vita piena in società. Un futuro che un papà ha deciso di cambiare, realizzando un’attività di ristorazione interamente gestita da ragazzi autistici localizzata a Cassina de Pecchi, alle porte di Milano dove ha assunto nove ragazzi autistici.
Un esperimento unico in Europa, che in pochi mesi ha dato risultati straordinari al punto che a settembre verrà inaugurata l’Aut Accademy per formare cuochi e camerieri di sala, e a breve aprirà un secondo locale a Monza. Lui è Nico Acampora e il suo progetto si chiama PizzAut, un laboratorio di inclusione ideato e realizzato per dare un futuro sereno al proprio figlio. «Oggi il mio bambino ha dodici anni, ma il pensiero del domani non mi faceva dormire – ci racconta sempre con il sorriso sulle labbra – così ho coinvolto in un progetto di ristorazione altri genitori e ragazzi autistici».
Tante personalità differenti che hanno dovuto imparare a convivere e lui, Nico, come un abile direttore d’orchestra, è riuscito a farli interagire, dialogare e lavorare insieme. «Non è stato facile – ci racconta mentre ci mostra il locale – abbiamo cercato con un attento studio di professionisti, di creare un ambiente allegro, ma meno impattante possibile sui ragazzi da un punto di vista acustico e visivo. Così abbiamo sostituito la macchina che macina il caffè con cialde di altissima qualità, per evitare un rumore troppo assordante. Ancora abbiamo utilizzato per il pavimento e le pareti dei materiali che, con le luci della sala, non riflettano ombre molto fastidiose per alcuni di loro. Poi abbiamo fatto grandi vetrate per far entrare più energia solare possibile e studiato tavoli e mobili che permettessero ai nostri ragazzi di lavorare in autonomia».
Anche in cucina, dove lavorano quattro pizzaioli coadiuvati da due genitori, ci sono fuochi ad induzione e forni programmabili con un computer, il tutto per rendere autonomi nel loro lavoro i giovani cuochi. «La linea della pizza è completamente gestita da due ragazzi autistici per turno – racconta Nico mentre ci mostra i locali – insieme a loro c’è uno chef, che è anche pasticcere, che segue la linea dei primi, dei secondi e dei dolci. Ci sono poi due genitori volontari che ci aiutano nella zona lavaggio». Per rendere autonomi i cuochi autistici tutto è facilitato. «Esiste anche la linea senza glutine a cui prestiamo molta attenzione perché molti ragazzi autistici sono allergici – spiega Nico -, per questo abbiamo una cucina separata e delle regole precise da seguire».
«C’è chi mi ha dato del visionario – ricorda Nico -. Addirittura, una psichiatra mi scrisse un giorno che il progetto era irrealizzabile ed io un genitore frustrato che non si arrendeva dinnanzi alla disabilità del figlio». Fortunatamente la determinazione è stata più forte delle critiche e in pochi anni è riuscito nel suo intento: dapprima con un’attività itinerante grazie a due truck food, poi con un locale che presto verrà duplicato a Monza.
«Se ciò che ho fatto significa essere frustrato, allora credo che si possano fare davvero molte cose nella vita». È un fiume in piena Nico quando ci accoglie a PizzAut, proprio nel giorno della finale agli europei di calcio. «I sogni si possono realizzare – riprende il discorso mentre fuori sventola la bandiera dell’Italia e tutto lo staff è pronto ad accogliere i primi clienti che, come tutte le domeniche, sono oltre 150 -. La passione mostrata in campo dagli azzurri è la stessa che questi ragazzi mettono in ogni gesto, sorriso, o impasto che realizzano. Per questo quando hanno deciso di dedicare una pizza a Gigio Donnarumma, ho sposato la loro idea, lasciando ai quattro pizzaioli la scelta degli ingredienti che la contraddistinguono».
Base bianca con pomodorini, scaglie di grana, bresaola dop, rucola e burrata di mozzarella è l’impasto che i cuochi di PizzAut hanno pensato per il campione d’Europa. «La fantasia è senza limiti – spiega Nico – tra le specialità abbiamo la “fuori di zucca” a base di fiori di zucca e poi “umanoide” con il salmone, “superbimbi” con i wurstel che tagliamo in verticale per evitare possibili occlusioni, e la “DPCM” con la mortadella che abbiamo portato persino a Giuseppe Conte quando era presidente del Consiglio».
Se la pizza sprigiona la fantasia dei cuochi, per i camerieri di sala il dialogo e il contatto con il prossimo rappresentano la sfida da vincere. «Ognuno di loro si adopera per superare i propri limiti. Lorenzo, ad esempio, ha una grande dote: conosce con esattezza il giorno di nascita di una persona o quando festeggerà un compleanno speciale. Come fosse un calcolatore, in pochi secondi riesce ad indovinare il giorno della settimana. La scienza considera questa stereotipia di Lorenzo una fissazione – sottolinea Nico – era stato oggetto di bullismo per questo. Noi l’abbiamo trasformato in un gioco. Va ai tavoli chiede la data di nascita e indovina il giorno, questo gli consente di entrare in relazione con le persone attraverso una sua caratteristica che è stata per tutta la vita un problema e adesso è una dote che lo contraddistingue».
Chi fa 18 ore, chi 38 la settimana, tutti hanno un contratto e chi ha più manualità si adopera per creare le pizze, originali, e gustose tanto da entrare nella classifica delle 10 pizzerie più buone di Milano e provincia. Per prenotare un tavolo nel weekend c’è una lunga lista d’attesa «Anche di quattro settimane – ammette con orgoglio Acampora -, ma ciò che più ci piace sottolineare è che chi arriva qui per assaggiare le nostre pizze va via meno indifferente rispetto all’autismo e alle famiglie dei bambini autistici. Se venite a mangiare a PizzAut il silenzio non è più accettato, l’indifferenza neppure».
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