Nella giornata inaugurale del 4° Congresso Nazionale presentate le prime linee guida nazionali ora all’approvazione del Ministero della Salute. Il punto su accesso alle cure, prevenzione, riforme legislative
Si è aperto ieri a Napoli il 4°Congresso Nazionale della SIRU (Società Italiana di Riproduzione Umana), un importante appuntamento e punto d’incontro tra gli stakeholder del sistema per discutere delle principali istanze sul tema della Procreazione Medicalmente Assistita e delle novità che ne segneranno il necessario cambio di passo, da troppo tempo auspicato. La SIRU, in collaborazione con GIMBE, ha infatti presentato le prime linee guida sulla PMA, redatte sul modello delle NICE inglesi ma adattate alla realtà del nostro Paese.
La posta in gioco è altissima, e riguarda da un lato la necessità di garantire alle coppie infertili equità di accesso ai percorsi diagnostico terapeutici su tutto il territorio italiano imprimendo un’accelerazione sull’entrata nei LEA, e dall’altro l’esigenza per pazienti e operatori sanitari di avere linee guida sul tema uniformi e certificate. Perché lo scenario, drammatico, su cui operano gli attori in gioco, è quello che vede l’Italia sempre più in basso per livello di natalità, con cinquemila nuovi nati in meno solo nell’ultimo anno. Se consideriamo che le coppie infertili rappresentano il 15% del totale, e che la PMA rappresenta un booster del +3% sulla natalità, è evidente quanto sia fondamentale investire sulla qualità e sulla sicurezza di questi processi, cui la pandemia, come se non bastasse, ha inferto un duro colpo a causa dei ritardi nelle diagnosi e negli accessi.
«Riteniamo fondamentale che ci sia il massimo dell’equità e delle opportunità per le coppie in cerca di un figlio – ha affermato alle nostre telecamere Antonino Guglielmino, presidente Area Ginecologica SIRU -. C’è necessità di riprogrammare quest’ambito della medicina in forte ritardo, a causa dell’assenza, finora, di linee guida che rendano omogenei sul territorio i percorsi diagnostico terapeutici. Le linee guida della SIRU, adattate sulla base delle NICE inglesi, consistono in 219 raccomandazioni frutto di una esperienza ultraventennale in materia e sono ora all’approvazione del Ministero della Salute. La loro applicazione uniforme sul territorio – spiega – da parte dei medici di Medicina Generale, dei consultori, dei ginecologi e degli andrologi costituirebbe finalmente quel punto fermo, verificato e certificato, evidence based in materia. D’altra parte c’è necessità di garantire uguale accesso alle cure a tutte le coppie sul territorio: i processi di riproduzione assistita sono già all’interno del nomenclatore LEA, purtroppo ancora in linea puramente teorica. E su questo è fondamentale intervenire – conclude Guglielmino – anche alla luce del drammatico dato che vede il nostro Paese fanalino di coda sulla natalità».
«Sul calo demografico in Italia il fattore welfare e i fattori socioeconomici hanno certamente un peso innegabile – osserva Luigi Montano, presidente Area Andrologica SIRU -, tuttavia assistiamo a un calo vertiginoso della qualità del liquido seminale nelle zone a forte pressione ambientale. Nel progetto di ricerca EcoFood Fertility di cui sono coordinatore in partnership con SIRU – prosegue – abbiamo preso in esame un campione di maschi giovani, sani, non fumatori, non bevitori, non esposti professionalmente, in aree ad alto impatto ambientale, e in tutti questi ragazzi almeno un parametro di fertilità era alterato. È necessario – conclude – attivare un programma di prevenzione che parta dall’area adolescenziale».
«Oltre alla redazione delle linee guida per l’infertilità e l’endometriosi sulla base delle NICE inglesi – spiega Paola Viganò, presidente Area Biologica SIRU – negli ultimi due anni abbiamo investito molto sul dialogo con le istituzioni: con il supporto dell’Osservatorio Giuridico di SIRU sono stati presentati alla Camera alcuni emendamenti e provvedimenti sui temi dell’infertilità, dai LEA al problema della migrazione sanitaria delle coppie infertili fino alla regolamentazione della figura professionale dell’embriologo. Sulla formazione – aggiunge – siamo stati attivi tramite webinar su diversi temi, abbiamo favorito la partecipazione dei nostri iscritti a un corso GIMBE sui PDTA [Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, ndr], a titolo totalmente gratuito. Abbiamo tanti altri progetti in corso -conclude – dalla presentazione di una nuova legge per la PMA a un progetto con Agenas per il rischio clinico».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato