Dalla Società Italiana per la Riproduzione umana, una proposta di legge che va oltre la Legge 40 e punta al confronto con gli operatori di Pma e salute riproduttiva
Una proposta di legge per tutelare la salute riproduttiva e l’accesso ai percorsi terapeutici di riproduzione medicalmente assistita. L’idea è di Società Italiana per la Riproduzione Umana. Si fonda su un processo di consultazione, condivisione e confronto tra gli operatori nell’ambito della tutela della salute riproduttiva e della Pma, con le associazioni di cittadini e di pazienti.
Il testo quindi richiama le norme della Legge 40/2004, ma aggiunge e chiarisce il quadro, rivolgendosi a tutti i cittadini. Estende le tutele e le garanzie. Prevede una parte relativa alla ricerca sulle cause di infertilità con particolare riguardo per l’impatto dell’inquinamento ambientale. Nonché fondi adeguati per tutti gli enti istituzionali.
Il testo si fonda sulle sentenze della Corte Costituzionale (ossia delle sentenze 151/2009, 162/2014, 96 e 229 del 2015) che hanno mutato di fatto l’impostazione della Legge 40/2004 e hanno stabilito come le procedure debbano essere improntate alla tutela della salute della donna e della coppia, all’autonomia e responsabilità del medico nella scelta – insieme alla coppia – della metodica più appropriata alle condizioni della donna e dell’uomo nonché alle evidenze scientifiche. S. tiene conto della necessità di un bilanciamento tra diritti e tutele e quindi anche della tutela dell’embrione.
Come indicato dalla Corte costituzionale il settore della infertilità e le metodiche di procreazione medicalmente assistita devono essere inquadrate nell’ambito sanitario e rispondere a finalità legate alla tutela della persona, favorendo la libera, consapevole e responsabile esplicazione della personalità, di cui la genitorialità e la riproduzione sono parti inscindibili e fondamentali nonché devono garantire la sicurezza, il rispetto delle evidenze scientifiche e delle buone pratiche.
I DIRITTI DELLA PERSONA E DELLA COPPIA
E’ stata inoltre inserita all’art. 3 una parte sui diritti da garantire, estendendo le tutele alla salute riproduttiva e non solo alle procedure di riproduzione assistita. All’art. 2 si prevede una esplicita garanzia da parte dello Stato in merito al diritto alla salute riproduttiva e alla genitorialità responsabile e consapevole. Prevedendo un ruolo anche dei consultori, dei medici di medicina generale, dei pediatri, ecc. per garantire l’informazione.
Sono state introdotte tutte le norme oggi vigenti (all’epoca non sussistevano) dirette a garantire la tracciabilità, la sicurezza e la qualità del settore e le procedure di autorizzazione e di certificazioni dei Centri di PMA.
Sono state incluse tutte le figure professionali e in particolare gli andrologi, gli embriologi, gli psicologi, i genetisti, le ostetriche e infermieri che nel testo della Legge 40/2004 non comparivano. Figure fondamentali per una reale presa in carico e per garantire che tutto il percorso sanitario sia adeguato, sicuro e appropriato nonché informato.
DONAZIONE DEGLI EMBRIONI
Anche a seguito dell’eliminazione del divieto di crioconservazione degli embrioni e alla luce di diverse questioni che riguardano l’interruzione delle procedure di PMA per ragioni legate allo status delle coppie (separazioni, divorzi, morte di uno dei partner, impossibilità per ragioni sanitarie ecc.) è stata ipotizzata una procedura di donazione sia ad altre coppie che alla ricerca scientifica con regole e limiti nonché con l’istituzione di un Registro nazionale con funzioni di controllo. Le norme sono dirette a risolvere il problema del numero di embrioni non utilizzati o “abbandonati” che è ora presso i Centri di PMA.
Sono stati mantenuti alcuni divieti come la surrogazione di maternità (ma con la necessaria tutela del bambino nato) e la preclusione per single e coppie omosessuali perché ancora non esiste un consenso in Italia. Sono previste sanzioni relative alla commercializzazione, alla clonazione e alla ricerca che non risponda a finalità senza lucro, terapeutica ed effettuata da strutture appositamente autorizzate dal Ministero della Salute.
Ampliato il ruolo del Ministero della Salute e delle altre istituzioni competenti come il Centro Nazionale Trapianti, il Registro della PMA e le Regioni ma anche le Società scientifiche inserite nell’apposito elenco del Ministero della Salute ai sensi della Legge 34/2017.
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