La neuropsicomotricista dell’età evolutiva: «I Pop It, come altri giocattoli sensoriali, ha degli interessanti risvolti terapeutici»
Possono essere grandi o piccoli, colorati come un arcobaleno o monocolore. Possono avere forme diverse come cerchi e unicorni, ma anche semplici quadrati. Quel che è certo, è che sono rimasti in pochi a non conoscere i Pop It, il gioco tormentone protagonista dell’estate 2021, diventato virale grazie a TikTok. I negozi di giocattoli nel Regno Unito (e non solo) hanno ben presto preso atto della tendenza in crescita acquistando milioni di Pop It per i loro negozi.
Quello che però in molti ancora non sanno è che Pop It ha degli interessanti risvolti “terapeutici”: è utile come antistress, per allenare la motricità fine delle mani, ma c’è di più. I giocattoli sensoriali come Pop It, infatti, vengono da tempo usati dagli operatori sanitari per aiutare i bambini che hanno ansia o difficoltà sensoriali, i quali possono reagire male a tutto ciò che attiva i loro sensi, inclusi luce, suono, tatto, gusto o olfatto. Ansia e nervosismo che possono essere combattuti anche aiutando i più piccoli a concentrare le proprie energie su qualcosa di specifico, come far “scoppiare” le bolle del Pop It, che può persino giovare nei casi di disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento (ADHD) o di autismo.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Rosaria Manna, neuropsicomotricista dell’età evolutiva presso l’AORN Santobono Pausilipon di Napoli, principale ospedale pediatrico del Sud Italia.
«Parafrasando quanto riferito a Newsround dallo psicologo infantile Will Shield dell’Università di Exeter, i giocattoli sensoriali vengono usati sin dagli anni ’70. Gli psicologi nei Paesi Bassi – spiega la neuropsicomotricista – hanno creato stanze sensoriali per aiutare i bambini con disabilità, dove erano interessati a luci, suoni e oggetti con cui giocare e toccare, per aiutarli a calmarsi e rilassarsi durante le sessioni di terapia. I giocattoli sensoriali attivano uno o più dei nostri sensi, ad esempio la vista, l’udito o il tatto. Quindi, quando proviamo una grande emozione, come essere spaventati o preoccupati, giocare con qualcosa che sembra, si sente o suona in modo diverso può aiutare a distogliere la nostra attenzione da quella grande emozione. I giocattoli sensoriali – prosegue – possono anche aiutarci con la concentrazione e l’attenzione, proprio come gli adulti giocano con una penna quando cercano di ascoltare qualcosa».
«Utilizzare questi Pop It favorisce nei più piccoli la concentrazione e il ragionamento logico – afferma Manna – anche in caso di disturbi dell’attenzione e apprendimento. Scoppiare le bolle è infatti una piacevole attività che abbassa l’ansia e contribuisce ampiamente allo sviluppo cognitivo. Nulla di virtuale come nei giochi di bolle on line. Tutto fatto nella realtà e con le mani, proprio perché è un gioco sensoriale, di tatto e logica».
«Partendo da questo punto, possiamo comprendere come sia possibile utilizzare questo gioco proprio per aiutare e migliorare le capacità dei bambini affetti da autismo. L’autismo – spiega – è considerato un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo delle funzioni cerebrali che impedisce al soggetto l’organizzazione e la comprensione delle informazioni trasmesse attraverso i sensi, considerando che la percezione sensoriale è la prima forma di contatto con la realtà ed è il filtro attraverso il quale le persone costruiscono il loro modello del mondo, utilizzare un gioco sensoriale che stimoli e dia la possibilità al bambino con sindrome autistica di interagire giocando, con i propri sensi, ci dà la possibilità di porlo a contatto con la realtà, senza costrizioni particolari, ma semplicemente lasciandolo giocare».
«Osservare con attenzione – sottolinea la neuropsicomotricista – il modo in cui il bambino reagisce agli stimoli sensoriali in risposta all’utilizzo di questo gioco nelle varie forme, nei vari colori e in diverse modalità di utilizzo, ci dà la possibilità di comprendere come funzionano i suoi sensi che è la chiave fondamentale per conoscerlo e comprenderlo, comprendere quindi quali sono i suoi limiti e le sue possibilità di interazione, e come migliorarle nel tempo. Le differenze di percezione incidono sullo sviluppo di diverse abilità, stili di pensiero e di comunicazione».
«I bambini con autismo hanno la tendenza a focalizzare l’attenzione su una fonte stimolante o su dettagli o aspetti insoliti e irrilevanti di uno stimolo – spiega Manna -. Trascurando l’insieme e il contesto, tendono a “saldare” associazioni tra eventi e i dettagli con il tutto, facendo fatica a generalizzare gli apprendimenti e le acquisizioni e a trasportarle in contesti anche minimamente differenti, restando talvolta “prigionieri” della loro memoria fotografica e dei loro processi associativi. Sta a noi scoprire quale modalità non filtra le informazioni e rendere l’ambiente visivo/uditivo più semplice, anche attraverso una lunga serie di attività con Pop It con cui si può fare interagire il bambino, semplicemente lasciandolo giocare secondo delle regole più o meno rigide che andiamo ad inserire nel tempo ed in base a come lo stesso bambino reagisce alle nostre indicazioni di gioco».
«Il passo successivo sarebbe quello di insegnare loro a riconoscere le caratteristiche rilevanti di oggetti e situazioni, ignorando quelle irrilevanti. In questo contesto – prosegue la neuropsicomotricista – diventa facile utilizzare come strumento di comprensione/sviluppo delle capacità del bambino il Pop It. Le possibilità di utilizzo sono numerose e possono adattarsi ai vari casi più o meno gravi che si vanno ad affrontare. Partendo dalla semplice osservazione di come il bambino reagisce quando gli viene proposto di toccare il giocattolo e quindi fare come meglio crede, fino ad arrivare ad utilizzarlo per associare forme, colori, numeri o ancora associazioni matematiche o logiche in base alle dimensioni delle bolle, il numero delle file/righe, il numero differente di bolle in base ai colori o alle dimensioni, agli odori e numerosissime altre attività sensoriali. Questo – conclude la dottoressa Manna – ci permetterà di comprendere il suo modo di affrontare questa realtà e, successivamente, di andare a stimolare e migliorare le sue capacità in merito».
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